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Sei incontri in cinque giorni con gli esperti dell'Ingv di Catania e altri studiosi per approfondire la conoscenza dell'Etna ma anche del nostro pianeta. E' l'occasione fornita da ScienzAperta, l'iniziativa dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia nata nel 2011 "con l'obiettivo di aprire i luoghi della ricerca scientifica al pubblico, offrendo eventi, conferenze, percorsi museali, laboratori didattici e altre manifestazioni".

ScienzAperta è una iniziativa a carattere nazionale, e quest'anno partecipa all'"anno mercalliano" in occasione del centenario della morte del grande scienziato Giuseppe Mercalli. Catania è sicuramente una delle tappe più interessanti della manifestazione. Molto ricco il programma della sede catanese dell'Ingv, con molti eventi che riguardano l'Etna. Ecco di seguito l'elenco aggiornato degli incontri, tutti con ingresso gratuito, che si tengono presso la Sala Conferenze dell'Istituto, in Piazza Roma, 2 a Catania.

LUNEDI' 19 MAGGIO, ore 17: "Cenere vulcanica: dispersione e rischi". Seminario di Costanza Bonadonna, Section des Sciences de la Terre et de l'environnement, Université de Genève

MARTEDI' 20 MAGGIO, ore 17: "... e l'Etna, quando erutterà? Se la montagna ci potesse parlare". Seminario di Boris Behncke, INGV - Osservatorio Etneo

MERCOLEDI' 21 MAGGIO, ore 17: "Terremoti e eruzioni tra Seicento e Ottocento: dalla informazione giornalistico-epistolare alla scienza "moderna" di Mercalli". Seminario di Raffaele Azzaro, INGV - Osservatorio Etneo

GIOVEDI' 22 MAGGIO, ore 17: “I viaggiatori del Grand Tour, gli studiosi dell’Ottocento, i pionieri del turismo, le popolazioni dinanzi al fronte lavico: il rapporto tra uomo e vulcano, dal Mongibello alla Montagna Proibita”. Conversazione con Giuseppe Riggio sul filo della memoria

VENERDI' 23 MAGGIO, ore 17: "Tra arte e scienza: breve storia della rappresentazione dei vulcani siciliani tra il XVII ed il XIX secolo". Seminario di Tiziana Abate, École Pratique des Hautes Études-Sorbonne

VENERDI' 23 MAGGIO, ore 17,45: “La cartografia geologica dell'Etna dal XIX ad oggi: lo stato delle conoscenze sull'attività del vulcano”. Seminario di Stefano Branca, INGV - Osservatorio Etneo

Il calendario ufficiale sul sito Ingv Osservatorio Etneo

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Scenari spettacolari sull'Etna: mentre continua l'eruzione iniziata giovedì scorso, il vulcano siciliano oggi si è ammantato di abbondante neve fresca, offrendo la suggestiva visione della colata lavica che scorre nella Valle del Bove con toni rossi e neri nello spazio bianco di neve e nuvole. Foto scattate da Turi Caggegi il 25 gennaio 2014.lava neveetna nevelava nuvole lava etnacolata lavica

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di Turi Caggegi

E' tra i vulcanologi che più conoscono l'Etna e tra quelli più conosciuti anche all'estero. Tedesco, sui cinquanta, una moglie e una figlia con cui divide e condivide l'amore per l'Etna. Boris Behncke lavora all'Ingv di Catania Osservatorio Etneo e da molti anni vive sul vulcano siciliano, tanto che il suo accento teutonico ormai si è mescolato a quello catanese, con effetti divertenti e bizzarri. Lo abbiamo incontrato per parlare di Etna.

Turi Caggegi: Boris, com'è stato l'anno dell'Etna, il 2013 è stato un anno da record per le eruzioni?

Boris Behncke: Sicuramente il 2013 è stato molto ricco di eventi vulcanici all'Etna, da record magari no. Gli anni da record restano il 1998, 1999 e il 2000 (quest'ultimo con 66 episodi parossistici al - vecchio - Cratere di Sud-Est). Abbiamo avuto due periodi molto movimentati, gennaio-aprile e ottobre-dicembre, con situazioni anche a volte quasi drammatiche e pericolose; invece l'Etna ci ha regalato un'estate tranquilla e questo lo apprezzo molto!

T: Come definiresti lo stato attuale del vulcano?

B: Diciamo che da qualche decennio ormai l'Etna gode di un ottimo stato di salute. A partire dagli anni '70 l'attività (in termini di frequenza, intensità e volumi delle eruzioni) è sui più alti livelli degli ultimi secoli

T: Attualmente si dice che sia tra i vulcani più attivi al mondo. E' vero?

B: Probabilmente in termini di "produttività" (cioè il volume di magma eruttato in un determinato intervallo di tempo), l'Etna è secondo dopo il Kilauea, alle Hawaii

T: In questa classifica "vulcaniana" quindi l'Etna sarebbe secondo assoluto. Un bel record. Anche per questo quest'anno è arrivato il riconoscimento come Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco?

B: Certamente questo è stato uno dei motivi di tale riconoscimento, oltre alla eccezionale "versatilità" in termini di stili di attività vulcanica, l'enorme varietà di ambienti e paesaggi etnei, nonché il contesto umano-storico-culturale (non considerando elementi come la "munnizza")

T:   Cosa rende l'Etna un vulcano unico al mondo?

B: L'Etna si distingue fra i vulcani di questo pianeta per la vasta gamma di fenomeni e prodotti eruttivi, la frequente attività, che di volta in volta - persino da un parossismo all'altro - è diversa e ha sempre elementi nuovi, mai visti in precedenza; il "record" di eruzioni documentate da testimonianze scritte è il più lungo fra tutti i vulcani sulla Terra; l'Etna è molto accessibile e anche per questo è monitorato con i più sofisticati ed elaborati sistemi di sorveglianza al mondo, inoltre, in termini di pubblicazioni scientifiche, è il vulcano più "pubblicato" al mondo. A tutto ciò c'è da aggiungere che la crescita del nuovo cono del Cratere di Sud-Est è la più rapida crescita di un nuovo edificio vulcanico mai documentato: il cono ha raggiunto un'altezza di circa 300 m sopra la sua base in meno di 3 anni, però in realtà è cresciuto soltanto durante gli episodi parossistici, che tutti insieme rappresentano non più di una settimana!

T: Insomma è davvero un vulcano straordinario. A proposito del monitoraggio scientifico, mi parli del lavoro che fate all'Ingv di Catania?

B: L'INGV di Catania è responsabile dellla sorveglianza, del monitoraggio e della ricerca scientifica sui vulcani siciliani e dei terremoti in Sicilia. Ciò si svolge in tempo reale, in Sala Operativa, dove arrivano i segnali di più di 150 strumenti sul territorio siciliano, fra cui molte stazioni sismiche (circa 50 solo sull'Etna), stazioni GPS e clinometri per misurare le deformazioni del suolo, strumenti per misurare le emissioni di gas, cambiamenti magnetici e gravimetrici e ancora altri strumenti. Tutto ciò permette di ottenere dati di altissima qualità in tempo reale e riconoscere rapidamente i segnali precursori dei fenomeni eruttivi più rilevanti, come ad esempio gli episodi esplosivi parossistici che minacciano di interessare zone popolate con ricadute pesanti di materiale piroclastico (cenere e lapilli), e di influenzare anche il traffico aereo e l'operatività dell'aeroporto di Catania. Questi dati saranno anche preziosi quando l'Etna ritornerà a fare eruzioni di fianco, che si possono svolgere più vicino alle zone popolate e rappresentano, nel lungo termine, una notevole minaccia per centri abitati, infrastrutture e terreni coltivati.

T: Ritorna l'eterna domanda... a cui tu cerchi di rispondere nei tuoi frequenti appuntamenti scientifico-culturali nei vari paesi che sorgono sulle pendici della nostra "Montagna": l'Etna è un Vulcano buono o cattivo?

B: L'Etna non è certo un "vulcano killer" come alcuni altri, tipo Vesuvio, grazie anche al fatto che le zone popolate distano più di 10 km dalle zone più frequentemente interessate dall'attività. Per questo motivo, le uniche vittime causate direttamente dalle eruzioni dell'Etna - 77 in tutto il periodo storico, cioè più di 2700 anni - sono avvenute nei pressi dei centri eruttivi o in un caso, nel luogo dove una colata di lava ha invaso una cisterna piena di acqua, causando una forte esplosione (1843 vicino a Bronte). Tuttavia, le eruzioni di fianco possono arrecare grandi danni materiali e distruggere parzialmente o completamente centri abitati, come è successo più recentemente a Mascali, nel 1928. Certamente va considerato in primis, che l'Etna è un vulcano ATTIVO, fatto che implica che può causare problemi anche seri, e vista la forte urbanizzazione soprattutto dei settori sud e est dell'Etna, di problemi ne causerà sicuramente nel futuro.

T: E' stata davvero strabiliante, come ricordavi, la crescita del Nuovo Cratere di Sud Est. Ci racconti brevemente la sua storia?

B: Il Nuovo Cratere di Sud-Est nasce nella primavera del 2007, poco dopo l'ultimo episodio parossistico del "vecchio" cratere di Sud-Est, quando per collasso si è formato un buco di sprofondamento ("pit crater") sul basso versante orientale del vecchio cono. Da questo "pit crater", ha inizio un'attività stromboliana nella seconda metà di agosto 2007, che culmina in un primo episodio parossistico nella notte del 4-5 settembre 2007, seguito da un altro il 23-24 novembre 2007, e un terzo, violentissimo, il 10 maggio 2008. L'attività di questo nuovo cratere viene interrotta, per quasi tre anni, dalla vicina eruzione di fianco iniziata il 13 maggio 2008 e conclusasi il 6 luglio 2009. Da gennaio 2011, c'è stata una serie di 46 episodi eruttivi, la maggior parte con fontane di lava, colate laviche e alte colonne di materiale piroclastico. Questa serie ha appena avuto il suo ultimo episodio, il 29-31 dicembre 2013

T: Qualcuno pensa che il Nuovo Sud Est adesso sia la cima più alta dell'Etna, o sia prossimo ad esserlo. Come stanno le cose?

B:  Ancora deve crescere "u picciriddu", gli mancano ancora circa 50 metri per diventare la nuova vetta, che resta tuttora il Cratere di Nord-Est, con un'altezza di 3329 m sopra il livello del mare

T: Boris, ci avviamo alla conclusione di questa chiacchierata. Immagino che tu abbia un rapporto speciale con l'Etna, che qui molti considerano donna e quasi umana...

B: E' la tipica "mamma di campagna sicula", un po' brontolona, però generosissima (tante cose buone da mangiare e bere, grazie all'enorme fertilità dei suoli vulcanici), e ogni tanto un po' nervosa che dà schiaffi a raffica, ma questi scoppi di rabbia non durano mai tanto tempo

T: Una curiosità che credo abbiano in molti: qual è la tua storia, come sei finito qui e che progetti hai per il futuro?

B: Ho cominciato ad interessarmi dei vulcani da bambino, sentendo parlare nei telegiornali e nei giornali di un'eruzione molto spettacolare in Islanda (era l'eruzione di Heimaey nel 1973). Negli anni successivi, seguendo gli eventi vulcanici sempre attraverso i mass-media, vedevo che ogni anno spuntava lo stesso vulcano, l'Etna, e ho cominciato a capire che fosse un vulcano straordinario. Dopo la maturità scolastica mi sono iscritto in Scienze Geologiche all'università con l'idea di diventare vulcanologo; conseguito il titolo di Laurea ancora in Germania, ho deciso nel 1997 di trasferirmi sul mio vulcano preferito - che ormai visitavo regolarmente ogni anno dal 1989 in poi - e partecipare al concorso per un dottorato di ricerca presso l'Università di Catania. Dopo la conclusione del dottorato, ho avuto un contratto - un assegno di ricerca - presso l'INGV di Catania, dove lavoro tuttora, ora come ricercatore ma a tempo determinato. Ciò significa che faccio parte del significativo precariato dell'INGV che ha un ruolo fondamentale nel garantire una continua sorveglianza dell'attività sismica e vulcanica sul territorio. I miei progetti per il futuro? Vedere il più possibile delle eruzioni dell'Etna che devono ancora avvenire, meglio se facendolo posso anche guadagnare abbastanza per sostenere la mia famiglia, e vedere crescere mia figlia (il che tutto sommato significa che non ho intenzione di morire presto) 🙂

T: Grazie Boris, buona Etna e buon 2014!

B: Un abbraccio carissimo.