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Il nuovo episodio eruttivo sommitale dell'Etna iniziato nel mattino del 31 gennaio 2015, è continuato durante tutto il giorno successivo e fino al mattino del 2 febbraio. L'osservazione diretta del fenomeno è stata difficile a causa della frequente copertura nuvolosa in area sommitale, che ha impedito per le prime 36 ore di identificare con certezza la fonte dell'attività eruttiva. Nella serata dell'1 febbraio, un miglioramento delle condizioni meterologiche ha permesso di osservare che era in corso una vivace attività stromboliana da una singola bocca eruttiva posta sulla "sella" fra i due coni del Cratere di Sud-Est (SEC). Le esplosioni avvenivano ad intervalli di pochi secondi, lanciando bombe incandescenti fino a circa 200 m di altezza, che sono ricadute soprattutto sul fianco meridionale del Cratere di Sud-Est. Contemporaneamente, da una bocca effusiva posta alla base meridionale del cono del SEC, in corrispondenza della parte più bassa della frattura eruttiva sud-occidentale del 28 dicembre (vedi il rapporto dettagliato sul parossismo del 28 dicembre 2014), veniva emessa una colata di lava, che ha seguito lo stesso percorso della colata lavica sud-occidentale del 28 dicembre. Dopo aver attraversato la zona pianeggiante a sud dei crateri sommitali (conosciuta anche come "Cratere del Piano"), la colata è passata ad ovest del Monte Frumento Supino dirigendosi verso la zona fra Milia e Galvarina, e dividendosi in due rami principali che nella mattinata del 2 febbraio avevano raggiunto una quota poco sotto 2000 m.

All'alba del 2 febbraio, l'attività stromboliana al SEC ha cominciato a produrre una densa nube di cenere vulcanica (vedi la foto a sinistra, che mostra anche il bagliore della colata lavica riflesso nelle nuvole), che è stata spinta dal forte vento verso est; verso le ore 06:50 UTC (=ore locali -1) questa emissione è rapidamente cessata e contemporaneamente l'ampiezza del tremore vulcanico ha mostrato una repentina diminuzione.

Ulteriori aggiornamenti verranno tempestivamente comunicati.

Fonte: Ingv Catania

Dalle ore 06:38 UTC (=ore locali -1) circa del 31 gennaio 2015, la rete di sorveglianza sismica sul vulcano Etna registra un rapido aumento dell'ampiezza del tremore vulcanico. Le pessime condizioni meteorologiche impediscono un'osservazione diretta dell'attività in corso.

Ulteriori aggiornamenti verranno tempestivamente comunicati.

Fonte: Ingv Catania

Il rapporto sulle osservazioni effettuate da personale INGV-Osservatorio Etneo durante un sorvolo con l'elicottero AW139 della Guardia Costiera il 14 gennaio 2015 è online e può essere consultato qui.

Durante gli ultimi giorni l'ampiezza media del tremore vulcanico all'Etna si è mantenuta su un livello simile ai valori misurati nei giorni precedenti, senza oscillazioni significative di ampiezza.

Dalla sera del 16 gennaio, le condizioni meteorologiche, caratterizzate dalla frequente presenza di nuvole e nevicate in zona sommitale, non hanno permesso una visione continua dei fenomeni in atto nell'area sommitale. Nei periodi di sufficiente visibilità, non è stata registrata l'emissione di cenere, che nei giorni precedenti aveva caratterizzato la Voragine ed il Cratere di Nord-Est.

Fonte: Ingv Catania

Nella serata del 14 gennaio 2015, le telecamere di sorveglianza dell'INGV-Osservatorio Etneo hanno evidenziato la ripresa di una debole attività stromboliana al cratere Voragine e al Cratere di Nord-Est dell'Etna. L'immagine a sinistra, ripresa alle ore 21:18 UTC (=ore locali -1) di ieri sera dalla telecamera termica di Monte Cagliato, sul fianco orientale del vulcano, mostra uno dei primi momenti di questa attività. Nel corso della mattinata odierna, è stata osservata la continua, debole emissione di cenere prevalentemente dal Cratere di Nord-Est, che a tratti ha assunto carattere impulsivo. La cenere viene attualmente dispersa dai venti in prossimità dell'area sommitale, sul quadrante sud-orientale del vulcano.

La ripresa dell'attività esplosiva sommitale è stata accompagnata nella serata di ieri da un progressivo aumento dell'ampiezza media del tremore vulcanico, per stabilizzarsi nel corso della notte su livelli di poco superiori al periodo precedente.

Ulteriori aggiornamenti verranno tempestivamente comunicati.

Fonte: Ingv Catania

Nel mattino del 13 gennaio 2015, dopo un giorno e mezzo di quiete, sono nuovamente avvenute delle emissioni di cenere dal cratere Voragine dell'Etna. Per alcune ore, queste emissioni erano continue, però successivamente sono diminuite e nel pomeriggio avvenivano ad un ritmo di 5-10 minuti. Nessuna anomalia termica è stata associata a questa attività.

Ulteriori aggiornamenti verranno tempestivamente comunicati.

Fonte: Ingv Catania

Durante gli ultimi giorni è continuata, con fluttuazioni, l'attività eruttiva alla Voragine dell'Etna. Dopo le emissioni di cenere del 7 gennaio 2015, il giorno successivo è ritornata una vivace attività stromboliana, possibilmente da due bocche eruttive all'interno del cratere, che consisteva in frequenti esplosioni che hanno spesso lanciato materiale piroclastico fuori dal cratere, anche sul lato sud-orientale del cratere. Nelle prime ore del 9 gennaio, l'attività stromboliana è nuovamente passata ad emissioni di cenere, che hanno generato sbuffi alti diverse centinaia di metri, che si sono dispersi nell'atmosfera. Nella serata del 9 gennaio, alcune delle emissioni di cenere erano accompagnate dal lancio di materiale piroclastico incandescente grossolano, che a volte è caduto sui fianchi esterni del cono sommitale centrale. Le emissioni di cenere sono continuate senza variazioni di rilievo nel mattino del 10 gennaio, per poi mostrare una progressiva diminuzione e cessare quasi completamente nella tarda mattinata. Nel pomeriggio, è stata osservata una rapida ripresa delle emissioni di cenere dalla Voragine, a volte accompagnate da forti esplosioni stromboliane, come quella nell'immagine a sinistra, ripresa dalla telecamera ad alta risoluzione sulla Montagnola (EMHD) dell'INGV-Osservatorio Etneo alle ore 16:28 UTC (=ore 17:28 locali). Non si osservano variazioni significative nell'ampiezza del tremore vulcanico.

Ulteriori aggiornamenti verranno tempestivamente comunicati.

Fonte: Ingv Catania

L'attività eruttiva all'interno del cratere Voragine dell'Etna sta continuando. Durante la notte fra il 6 e il 7 gennaio, la frequenza delle esplosioni stromboliane ha mostrato una diminuzione; tuttavia alcune di queste esplosioni hanno lanciato materiale piroclastico incandescente che è caduto fuori dal cratere sui fianchi esterni ovest e sud-ovest del cono sommitale centrale. Nelle ore mattutine del 7 gennaio, molte delle esplosioni hanno generato piccoli sbuffi di cenere marrone, che si sono alzati alcune centinaia di metri sopra la sommità dell'Etna, come mostra l'immagine a sinistra ripresa dalla telecamera visiva sulla Montagnola EMOV, alle ore 07:05 UTC (ora locale -1), del 7 gennaio 2015. La cenere si disperde rapidamente nell'atmosfera.

Ulteriori aggiornamenti verranno tempestivamente comunicati.

Fonte: Ingv Catania

E' tuttora in corso una vivace attività stromboliana all'interno del cratere Voragine, uno dei quattro crateri sommitali dell'Etna. Tale attività, che ha avuto inizio nella notte fra l'1 e il 2 gennaio 2015, consiste in esplosioni ad intervalli di pochi minuti, che spesso lanciano materiale piroclastico grossolano fino a 150 m sopra l'orlo craterico; occasionalmente alcuni di questi frammenti lavici ricadono fuori dal cratere, soprattutto sul versante occidentale del cono sommitale centrale. Più raramente, le esplosioni producono piccoli sbuffi di cenere, che viene rapidamente dispersa dal vento. Inoltre, negli ultimi giorni, al Cratere di Nord-Est si sono osservati rari e deboli bagliori notturni.

Sul fianco orientale del cono del Nuovo Cratere di Sud-Est, in corrispondenza della frattura eruttiva apertasi durante l'episodio parossistico del 28 dicembre, si sono osservati alcuni piccoli crolli di materiale instabile, che espone depositi ancora caldi, generando piccole anomalie nelle immagini della telecamera termica posta a Monte Cagliato, sul fianco orientale dell'Etna. Dopo la cessazione dell'emissione di cenere del 2 gennaio, il NSEC non ha più mostrato alcuna attività eruttiva.

Fonte: Ingv Catania

Dopo l'episodio parossistico al Nuovo Cratere di Sud-Est (NSEC) dell'Etna nella serata del 28 dicembre 2014, il vulcano è rimasto in uno stato di inquietudine. Lo stesso NSEC è stato sede di protratte emissioni di cenere nella giornata del 2 gennaio 2015; contemporaneamente il vicino cratere Voragine - assieme alla Bocca Nuova occupa il sito dell'ex Cratere Centrale dell'Etna - si è risvegliato dopo quasi due anni di quiete, per dare una vivace attività stromboliana, che si è intensificata nella serata del 3 gennaio (vedi foto a sinistra). Nella serata del 4 gennaio 2015, questa attività è tuttora in corso, mentre dalla notte del 2-3 gennaio il NSEC non mostra segni di attività.

Un rapporto dettagliato sul parossismo del 28 dicembre e sull'attività eruttiva nei giorni consecutivi è ora online qui.

Fonte: Ingv Catania

Dopo l'episodio parossistico avvenuto nella serata del 28 dicembre 2014 al Nuovo Cratere di Sud-Est (NSEC) dell'Etna, il vulcano è rimasto in uno stato di relativa quiete. Durante gli intervalli di visibilità nelle ore notturne degli ultimi giorni, si è potuto osservare un debole e fluttuante bagliore proveniente da una bocca ubicata nella "sella" fra i due coni del Cratere di Sud-Est; di giorno questa bocca emette un denso pennacchio di vapore (vedi immagine a sinistra, ripesa dalla telecamera visiva sulla Montagnola alle ore 13:03 GMT - 14:03 locali -  del 31 dicembre 2014). Il tremore vulcanico si mantiene su un livello relativamente basso ma superiore a quello precedente al parossismo del 28 dicembre.

Le osservazioni eseguite durante gli ultimi giorni hanno permesso di costatare che l'episodio parossistico è avvenuto da una serie di bocche eruttive allineate lungo una frattura orientata nordest-sudovest, che ha tagliato il cono del NSEC e il fianco meridionale del vecchio cono del Cratere di Sud-Est. Dalle due estremità di questa frattura sono state emesse colate di lava, che si sono riversate verso sud-ovest in direzione della zona Milia-Galvarina e nord-est verso la parte settentrionale della Valle del Bove nei pressi di Monte Simone, raggiungendo lunghezze di circa 4.5 e 3.3 km, rispettivamente.

Ulteriori dettagli saranno comunicati tempestivamente.

Fonte: Ingv Catania