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“Questa volta ho pensato a qualcosa di nuovo: un inno allo sport, un tributo e un omaggio all' Etna Patrimonio dell' Umanità, al nostro litorale, alla nostra storia, alla nostra città, con uno sguardo rivolto, come sempre, alla solidarieta”. Con queste parole Rosario Catania, popolare trekker catanese, detentore del “Guinness World Record” (il primato del mondo ufficialmente omologato tra i record del Guinness) nella disciplina sportiva del Nordic Walking per avere camminato 70 ore di fila con l’ausilio degli appositi bastoncini, presenta la sua prossima impresa, “Etna Ironman Unesco 2015", promossa e organizzata dal Parco dell’Etna per celebrare il secondo anniversario dell’iscrizione del vulcano siciliano nella World Heritage List dell’Unesco.

Sarà davvero una grande e affascinante sfida per “Ironman” Rosario Catania. Le date scelte sono il 20 e 21 giugno 2015, esattamente due anni dopo la proclamazione (avvenuta il 21 giugno 2013 a Pnhom Penh, capitale della Cambogia). Cinque i siti interessati dal percorso: l’Etna, Catania e il barocco – entrambi riconosciuti dall’Unesco - , l’Area Marina Protetta delle Isole Ciclopi, la Riserva Naturale Orientata La Timpa, la Riserva Naturale Fiume Fiumefreddo. E cinque anche le tappe, per altrettante differenti discipline sportive: la prima, Porto di Riposto-Marina di Cottone, la mattina del 20 giugno, 7 chilometri con la tecnica del Nordic Walking; a seguire la scalata Marina di Cottone-Piano Provenzana, 33 km in mountain bike; e ancora a seguire, sempre il 20 giugno, la tappa di trekking Linguaglossa Piano Provenzana-Nicolosi Rifugio Sapienza, a contatto per 21 chilometri con la vetta del più alto vulcano attivo d’Europa; poi, la notte tra il 20 e il 21 giugno, la discesa di corsa (running)  Nicolosi Rifugio Sapienza-Porto di Catania, quarta tappa, giù per i fianchi pedemontani del vulcano per 37 chilometri; infine, all’alba di domenica 21 giugno, 36 chilometri in canoa dal Porto di Catania al Porto di Riposto, la quinta e ultima tappa lungo le splendide coste etnee. Tutto avverrà in 133 km circa e meno di 36 ore, in regime di Endurance no-stop, con le sole pause tecniche per il cambio abbigliamento e i rifornimenti. La manifestazione chiuderà il programma di “Walk of Life” 2015, l’iniziativa a sostegno della ricerca sulle malattie genetiche promossa da Telethon.tracciato ironman etna

Fortissime le motivazioni che spingono Rosario Catania a questa nuova, complessa ma affascinante impresa: Nordic Walking, Mountain Bike, Trekking, Running, Canoa, sono le cinque discipline sportive rappresentative dello sport nel sito Unesco per eccellenza, dove Acqua,Terra e Fuoco si fondono, dando vita alla Terra del Mito. Cinque discipline, con altrettante percezioni sensoriali, in cui il corpo umano sperimenta un susseguirsi di emozioni e fatiche, alla ricerca del proprio io, dei propri limiti, delle proprie paure”.tappe ironman etna 2015

Il Parco dell’Etna ha sposato con entusiasmo il progetto Etna Iron Man Unesco 2015. Dice la presidente Marisa Mazzaglia: “Attraverso la nuova, straordinaria impresa sportiva di Rosario Catania, vogliamo celebrare in modo particolare il secondo anniversario del riconoscimento Unesco, promuovendo la sinergia tra i due siti Unesco, l’Etna e il Barocco catanese, che impreziosiscono il territorio. Siamo particolarmente contenti del grande coinvolgimento che questo evento sta già facendo registrare tra enti, associazioni, cittadini di tutte le età, per sostenere il progetto”.

Nella sede dell’Ente a Nicolosi si è svolta una prima riunione organizzativa, alla quale hanno manifestato adesione i comuni di Acicastello, Belpasso, Bronte, Catania, Fiumefreddo, Maletto, Mascalucia, Randazzo, Riposto, la Direzione Marittima di Catania e l’Ufficio Marittimo di Riposto, l’Azienda Foreste Demaniali di Catania, il Collegio regionale delle Guide Alpine e Vulcanologiche, l’associazione Etna e Dintorni, il portale iEtna.it, la Alma Production.parco etna ironman 2015

Prende il via il 25 giugno e proseguirà fino al 20 luglio in Sicilia, sul Monte Etna e nella porzione di mare antistante, un esperimento scientifico coordinato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) - Sezione di Catania, denominato “Tomo-Etna”, che vedrà la partecipazione di oltre 60 ricercatori provenienti da tutto il mondo: Italia, Spagna, Germania, Russia, Stati Uniti, Irlanda e Messico. La ricerca, realizzata nell’ambito dei due progetti europei “Mediterranean Supersite Volcanoes (Medsuv)” ed “Eurofleets 2” del Settimo programma quadro, verrà supportata dalla Marina Militare Italiana.
L’Etna sorge in una regione complessa dal punto di vista geodinamico, dove la distribuzione delle principali strutture tettoniche (faglie) gioca un ruolo fondamentale nella dinamica eruttiva. Le sue radici si collocano in una zona di convergenza, dove si hanno sia moti compressivi, dovuti alla subduzione della placca ionica al di sotto della Calabria, sia distensivi, dovuti al moto rotatorio di una porzione della placca africana in collisione con quella euroasiatica. Ancora oggi i maggiori limiti nella comprensione della dinamica di questo vulcano risiedono in parte nella mancata conoscenza delle caratteristiche strutturali del suo basamento e della crosta intermedia e profonda. Infatti, sebbene l’intera Sicilia sia stata oggetto di campagne pionieristiche di sismica crostale profonda tra il 1968 e il 1994 e successivamente solo di campagne a mare (es. progetto CROP), che hanno permesso di ottenere buone informazioni sulle strutture tettoniche offshore, la conoscenza delle principali faglie presenti nella terraferma è ancora decisamente carente. Ad esempio, è ancora poco nota la struttura tettonica che ha generato il terremoto del 1818 di magnitudo 6.1, ad oggi considerato un evento “anomalo” nel contesto dei terremoti etnei. Analogamente, risultano ancora poco caratterizzate le grandi strutture tettoniche regionali che interagiscono con l’Etna, come la fascia strutturale della scarpata “Ibleo-Maltese” in prossimità dell’Etna e la struttura denominata “Tindari-Letojanni” che si sviluppa a nord dell’Etna e prosegue attraversando il Golfo di Patti sino all’isola di Vulcano. In questo settore della Sicilia, estremamente complesso dal punto di vista geodinamico, esistono molte ipotesi ma manca ancora un modello definitivo, che spieghi in modo univoco come interagiscono le grandi strutture tettoniche con il vulcanismo Etneo.
L’obiettivo dell’esperimento Tomo-Etna, è quello di analizzare le strutture tettoniche e subvulcaniche della crosta su cui poggia il Monte Etna, comprese le strutture crostali delle aree adiacenti sia a terra che a mare, attraverso tecniche di sismica attiva (che sfruttano le onde generate in acqua con aria compressa) e passiva (mediante la registrazione degli eventi sismici naturali).
La nave oceanografica spagnola Sarmiento de Gamboa CSIC-UTM (Spagna) e la nave greca Aegea contribuiranno alla sperimentazione programmata, unitamente alla nave idro-oceanografica Galatea della Marina Militare Italiana, e probabilmente ad una ulteriore unità navale di supporto per la fase relativa alle attività di sismica a riflessione.
Le attività a mare verranno condotte a distanza dalla costa da un minimo di 3-4 km sino ad un massimo di circa 50 km, e oltre alla parte Ionica sarà interessata anche l’area del basso Tirreno tra il Golfo di Patti e le isole Eolie. Nel corso della crociera verrà anche utilizzato un cavo di 240 geofoni lungo 3 km, il quale servirà per realizzare numerosi profili di sismica a riflessione (per circa 1400 km), finalizzati a conoscere nel dettaglio le principali discontinuità della crosta e ricostruire con precisione la topografia del mantello (MOHO).
I segnali sismici saranno acquisiti a terra tramite le 70 stazioni della rete sismica permanente dell’Ingv, integrata da una rete temporanea di 100 stazioni dell’Istituto di ricerca GFZ (Germania) che verranno collocate sia sull’Etna sia nei territori circostanti, nelle provincie di Catania, Messina e Siracusa. Sul fondo marino sarà invece disposta una rete di 25 stazioni sismiche (OBS/H, Ocean Bottom Seismometers), per la registrazione della sismicità artificiale e naturale.
La rete di stazioni OBS coprirà una zona che si estende dall’area etnea fino all’arcipelago delle Isole Eolie allo scopo di ottenere, per la prima volta, una tomografia 3D ad alta risoluzione nell’area marina antistante l’Etna e di indagare con grande dettaglio le strutture tettoniche regionali che si estendono dal Tirreno meridionale allo Ionio e che interagiscono con il sistema vulcanico etneo. Durante le crociere verranno anche utilizzati magnetometri e gravimetri al fine di realizzare mappe di anomalia magnetica e gravimetrica. Inoltre, per rilevare gli elementi geologici superficiali delle aree sommerse, saranno effettuate indagini Multibeam e Side-scan Sonar in aree di particolare interesse e laddove i dati già esistenti non offrono una risoluzione adeguata.
L’insieme dei dati acquisiti durante l’esperimento permetterà di realizzare, quindi, un’accurata tomografia dell’Etna, capace di gettare nuova luce nella comprensione dei processi di risalita magmatici. Grazie a questo esperimento, che interesserà anche le aree circostanti il vulcano, inclusa la sua parte a mare prospiciente, sarà possibile anche investigare i meccanismi di “scivolamento” del fianco orientale del vulcano e, ancora, studiare le diverse faglie che sono presenti al di sotto della copertura vulcanica e nella parte a mare. Inoltre, sarà possibile verificare la struttura di rigonfiamento che c’è nella porzione dei fondali di fronte l’Etna, unitamente all’ipotesi di un vulcano sottomarino sostenuta da alcuni ricercatori anni orsono.
I risultati attesi avranno un effetto positivo non solo sulla comunità scientifica vulcanologica, ma anche sulla popolazione che vive ai piedi del vulcano, visto che questi risultati potranno dare un contributo alla mitigazione del rischio vulcanico. Infatti, l'attuale vulnerabilità della società alle eruzioni vulcaniche è fortemente aumentata negli ultimi decenni, come dimostrato dalle conseguenze delle recenti eruzioni etnee nonostante la loro piccola magnitudo. In questa prospettiva, pertanto, meglio sono conosciuti i processi vulcanici più si è pronti a mitigarne l’impatto sul territorio. Infine, la migliore definizione della complessa geometria di faglie e di unità litologiche che caratterizzano la crosta in questo settore della Sicilia potrà consentire una più adeguata ed efficace mitigazione del rischio sismico in una delle aree sismiche più pericolose d’Italia.

Da C.S. Ingv

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La zona dell'Etna sferzata da forti e abbondanti piogge e da violente mareggiate. Il ciclone ionico che sta investendo l'Italia è ancora attivo, e resta il livello alto di allarme della Protezione civile regionale per il rischio idrogeologico su tutta la Sicilia. Nell'area etnea molti dei centri abitati che hanno fatto registrare accumuli di precipitazioni molto abbondanti, soprattutto quelli soggetti all'effetto Stau da scirocco: secondo i dati di Meteosicilia, Nicolosi in 36 ore ha accumulato 235 mm, Zafferana 205 in 48 ore, Linguaglossa 160 mm sempre in 48 ore, e via via anche gli altri centri con quantità decrescenti. Molto intense anche le mareggiate che hanno creato problemi e danni sulla costa ionica. La boa di Catania ha registrato onde alte fino a 7,74 metri. Le foto sono state scattate oggi a Riposto.
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