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L'ottima visibilità di stamattina poco dopo l'alba ha permesso l'osservazione e nitidi scatti della grande frana che ha scavato una nicchia alla base del Nuovo Cratere di Sud Est dell'Etna. La frana si è leggermente allargata e approfondita nei quasi tre mesi trascorsi dal grande evento della colata piroclastica all'interno della Valle del Bove, l'11 febbraio scorso. Piccoli crolli si sono succeduti da allora, in una situazione di sostanziale quiete del vulcano. Adesso, mentre dall'Etna arrivano discontinui e deboli segnali di incremento dell'attività, con piccole esplosioni al Nuovo Cratere di Sud Est, si attende di vedere quale sarà l'impatto di una nuova, eventuale ma probabile, fase eruttiva che coinvolga lo stesso Cratere su quell'area già indebolita dai crolli. La situazione è comunque tutt'ora definita "a criticità elevata" per quanto riguarda l'area sommitale del vulcano e l'accesso alla Valle del Bove resta vietato. crateri etnaetna

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Sull'Etna segnata dalla grande frana che ha intaccato la base del Nuovo Cratere di Sud Est e provocato la valanga piroclastica di lunedì scorso, la colata ha ripreso vigore con una nuova accelerazione dell'alimentazione. L'eruzione iniziata il 21 gennaio scorso dunque prosegue con fasi alterne, mentre si modifica ancora la morfologia del grande vulcano. La colata lavica adesso fuoriesce proprio nella zona collassata sotto il Cratere, dove si è formata una grande voragine, calda e attiva. Presenti a intermittenza anche le esplosioni all'interno del Nuovo Cratere di Sud Est con modeste emissioni di cenere in atmosfera., mentre il tremore vulcanico mostra una tendenza al ribasso. nsecnsecfrana nsec

Finalmente stamattina, grazie a una schiarita, è stato possibile osservare visivamente come si presenta il Nuovo Cratere di Sud Est dell'Etna dopo l'enorme frana che due giorni fa ha provocato il flusso piroclastico che ha investito il fianco orientale del vulcano, da quota tremila fino alla base della Valle del Bove. L'attività sull'Etna continua e prima dell'alba si poteva osservare la colata che fuoriesce dalla base orientale del cono del Nuovo Sud Est. La è apparsa molto meno alimentata rispetto ai giorni scorsi, mentre dalla bocca del Cratere si notavano bagliori e piccole esplosioni. Dalle foto sembra che ad essere coinvolto dal collasso della mattina dell'11 febbraio scorso, sia stata una grande porzione del fianco est del Cratere, che si presenta con una colorazione marrone-rossiccia. Evidenti in quella zona anche fumarole ed emissione di cenere a sbuffi.etnansecetna

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Ecco il video, davvero impressionante, della "colata piroclastica" di stamattina sull'Etna. Un monito a tutti per il rispetto delle norme di sicurezza sul vulcano. Un grande, immenso grazie all'Ingv di Catania per averlo pubblicato. A seguire il rapporto dettagliato sullo straordinario, pericolosissimo e raro fenomeno accaduto oggi sull'Etna.

L'EVENTO FRANOSO DELL'ETNA DEL 11 FEBBRAIO 2014

Fig. 1. Queste immagini riprese dalla telecamera termica a Monte Cagliato (EMCT), sul fianco orientale dell'Etna, mostrano l'avanzamento di un flusso di materiale roccioso frammentato caldo alle ore 06:07 GMT (=ore locali -1) del 11 febbraio 2014. Il flusso ha origine sul basso fianco orientale del cono del Nuovo Cratere di Sud-Est (NSEC), visibile in alto. Il video dell'evento, ripreso da EMCT, è disponibile sul canale YouTube dell'INGV-Osservatorio Etneo.

Nel mattino del 11 febbraio 2014, alle ore 06:07 GMT (=ore locali -1), dal basso versante orientale del cono del Nuovo Cratere di Sud-Est (NSEC) dell'Etna, si è staccato un volume di roccia instabile e parzialmente calda, formando una sorta di frana o valanga dall'aspetto molto simile ad un flusso piroclastico, che in circa un minuto è scesa sulla ripida parete occidentale della Valle del Bove, arrestandosi sul terreno più pianeggiante sul fondo della Valle (Fig. 1). Il fenomeno è avvenuto in una zona dove da alcune settimane (dal 22 gennaio) sono attive diverse bocche effusive; inizialmente le bocche erano due, però dal mattino del 10 febbraio si era osservata l'attivazione di altre bocche effusive a monte di quelle già attive, nonché l'emissione di piccoli sbuffi di vapore e cenere da una di queste bocche il mattino del 10 febbraio. Infine, era visibile, da quando è iniziata l'attività persistente in corso al NSEC, un punto incandescente poco sotto l'orlo orientale del cratere in corrispondenza di una bocca fumarolica molto calda. La presenza di queste bocche, assieme al passaggio di magma e di gas caldi attraverso il fianco del cono, hanno probabilmente contribuito alla destabilizzazione di questa zona.

Il franamento è stato preceduto da sporadiche emissioni di vapore e cenere dalla zona delle bocche effusive. Alle ore 06:06:50 GMT si è alzato uno sbuffo di cenere marrone-rossastra dalla medesima zona (primo frame nella Fig. 2), che si è rapidamente espanso in una nube che piuttosto che alzarsi nell'aria ha cominciato a fluire giù sul versante occidentale della Valle del Bove, formando un flusso a temperatura chiaramente elevata, come documentato nelle immagini (Fig. 1) della telecamera termica di Monte Cagliato (EMCT) posta sul fianco orientale del vulcano.

Fig. 2. Lo sbuffo iniziale e la nube di cenere generato dal flusso di roccia frammentata calda sono visibili in questa serie di immagini riprese dalla telecamera visiva al CUAD di Catania (ECV), alla base meridionale dell'Etna. Si nota la rapida discesa del flusso, seguita dall'innalzamento della nube di cenere fino a circa 1 km sopra la cima del vulcano. Il video dell'evento, ripreso da EMCT, è disponibile sul canale YouTube dell'INGV-Osservatorio Etneo.

Il flusso si è rapidamente allargato mentre avanzava sul campo lavico del 2008-2009, ricoprendolo quasi per intero, e raggiungendo il fondo della Valle del Bove con un fronte largo circa 1 km. Poco dopo aver raggiunto il terreno pianeggiante alla base della parete occidentale della Valle del Bove, il flusso si è arrestato, a circa 3.5-4 km di distanza dall'origine, e una densa nube di cenere si è sollevata dal flusso, che è stata spinta dal vento verso nord-est (ultimo frame nella Fig. 2).

Un sopralluogo effettuato in tarda mattinata da personale INGV-Osservatorio Etneo in zona Monte Fontane, sul fianco orientale dell'Etna, ha rivelato che sul basso versante orientale del cono del NSEC si era formata una nicchia di distacco, le cui pareti mostravano continui piccoli crolli che hanno generato un pennacchio di cenere marrone rossastra. Durante il sopralluogo si è osservato che il campo lavico del 2008-2009 era quasi interamente coperto di un deposito di materiale marrone, che era stato depositato dal flusso delle ore 06:07 GMT. Dall'interno della nicchia di distacco veniva alimentato un nuovo flusso lavico, che nelle ore successive ha percorso poche centinaia di metri, sovrapponendosi alle lave eruttate durante le ultime settimane; in serata questo flusso stava per raggiungere la base della parete occidentale della Valle del Bove.

Fig. 3. La parete occidentale della Valle del Bove (al centro) e il NSEC (in alto a sinistra), visti da Monte Fontane nella tarda mattinata del 11 febbraio 2014. Si nota il deposito di color marrone rossastro della parte centrale della parete, in corrispondenza del campo lavico del 2008-2009, che è stato lasciato dal flusso di roccia frammentata calda delle ore 06:07 GMT del 11 febbraio. Dalla nicchia di distacco creata dalla frana, sotto la cima del NSEC, sta uscendo una densa nube di cenere rossastra, mentre una nube di gas bluastro più a valle marca la nuova colata lavica emessa dalla nicchia di distacco. Foto di Lucia Miraglia, INGV-Osservatorio Etneo.

Durante e dopo l'evento franoso, il NSEC ha continuato a mostrare la sua persistente attività stromboliana, periodicamente accompagnata da piccole emissioni di cenere. Questa attività alle ore 17:00 GMT del 11 febbraio è tuttora in corso, senza mostrare variazioni rispetto all'attività degli ultimi giorni. Anche l'ampiezza del tremore vulcanico sta mostrando le stesse variazioni osservate negli ultimi giorni, mantenendosi su un livello modestamente elevato rispetto a quello normale.

L'evento franoso con il conseguente flusso di materiale roccioso frammentato caldo fa parte di una vasta gamma di fenomeni osservati negli ultimi anni sull'Etna e spesso descritti come "flussi piroclastici", che però spesso non sono generati dai classici meccanismi che formano flussi piroclastici. Mentre in alcuni casi si tratta di tipici flussi piroclastici generati dal collasso di una colonna eruttiva (p.es. durante il parossismo del 24 settembre 1986 al Cratere di Nord-Est), altri flussi sono stati ripetutamente generati da violente interazioni esplosive fra colate di lava e neve in scioglimento, in particolare durante la serie di episodi parossistici del 2011-2013. Inoltre, durante alcuni degli episodi parossistici del 2013 in particolare, l'apertura di nuove bocche effusive sui fianchi del cono del NSEC è stata accompagnata dal franamento delle pareti a monte delle nuove bocche effusive, che hanno generato flussi molto simili a quello del 11 febbraio 2014, però finora su una scala molto inferiore. Ciò si è osservato in particolare dettaglio durante gli episodi parossistici del 3 aprile 2013 (vedi rapporto) e del 12 aprile 2013 (vedi rapporto).

Fonte: Ingv Catania

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Ecco l'immagine della telecamera termica dell'Ingv di Catania che documenta chiaramente l'imponente flusso caldo (parzialmente assimilabile a un flusso piroclastico) prodotto stamattina dall'Etna. Si vede bene l'enorme "nuvola" di cenere che si adagia nella Valle del Bove e viene spinta dal vento verso nord. Il fenomeno sarebbe stato provocato dal collasso di una enorme "zolla" di materiale vulcanico, in parte caldo, nell'area delle bocche effusive alla base del cono del Nuovo Cratere di Sud Est, a circa 3 mila metri di quota. Il Cratere è in eruzione dal 21 gennaio scorso con esplosioni intermittenti, mentre una colata lavica è attiva dal giorno successivo. L'immagine è delle 7,09 locali, due minuti dopo l'accaduto. Per ulteriori foto e notizie si può vedere il nostro precedente post.

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di Turi Caggegi -
Un enorme flusso di cenere vulcanica e materiale caldo, una sorta di valanga, si è riversata stamattina nella Valle del Bove, sull'Etna.  Il fenomeno, assimilabile alla pericolosissima categoria dei flussi piroclastici, si è verificato alle 7,07 locali con origine alle bocche effusive che si sono aperte il 22 gennaio scorso alla base orientale del Nuovo Cratere di Sud Est, a quasi tremila metri di quota. A fasi alterne, con intensità ed energia variabili, da quelle bocche fuoriesce una colata lavica che scorre e si mantiene all'interno della Valle del Bove, grande depressione ormai ridotta a un deserto lavico che fa da serbatoio delle colate laviche che si espandono verso est. L'eruzione dell'Etna è in corso dal 21 gennaio scorso e coinvolge anche il cono del Nuovo Cratere di Sud Est, interessato in queste settimane, anche qui con fasi alterne, da attività stromboliana, con esplosioni più o meno frequenti. Secondo gli esperti il vulcano siciliano sta vivendo una fase di accentuata instabilità, e questa situazione potrebbe essere all'origine del fenomeno di stamattina. Secondo le prime ipotesi si sarebbe trattato di un collasso di una parte rilevante del fianco orientale del cratere, in particolare nella zona dove sono attive le bocche effusive. A provocarlo, probabilmente la pressione del magma che spinge per uscire dalle bocche e il peso del materiale eruttato e accumulato negli ultimi anni. Dal 2011 a oggi sull'Etna si sono verificate 46 eruzioni, molte delle quali particolarmente violente, con altissime fontane di lava. In questi tre anni il Nuovo Cratere di Sud Est è cresciuto di circa 300 metri, un record a livello mondiale.  Dalle foto si vede chiaramente l'imponente nube di cenere vulcanica calda e pesante espandersi verso la Valle del Bove e poi verso nord. Una nube che sarebbe letale se investisse esseri umani, ma per fortuna si è mantenuta in zone di alta quota, dove non esistono insediamenti o strutture. Il fenomeno è raro, ma non rarissimo sull'Etna, dove negli ultimi anni si è verificato altre volte. Le foto sono tratte dalla pagina Facebook Casa di Paglia Felcerossa. Permacultura sull'Etnaflusso felcerossa 2flusso felcerossa 3 e pubblicate con il permesso dell'autore.