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Sull'Etna prosegue l'eruzione iniziata il 21 gennaio scorso. Per il momento l'attività si limita a una colata lavica che continua a essere alimentata e si riversa nella Valle del Bove. Ecco l'ultimo aggiornamento pubblicato dall'Ingv di Catania Osservatorio Etneo. La foto sopra è stata scattata intorno all'una della notte del 4 febbraio 2014 da Tremestieri Etneo dal vulcanologo dell'Ingv Boris Behncke. Le foto sotto mostrano l'Etna la mattina del 4 febbraio 2014.

AGGIORNAMENTO ETNA, 3 FEBBRAIO 2014, ORE 21:00 GMT

Dopo diversi giorni di condizioni meteorologiche proibitive, che hanno praticamente reso invisibile l'Etna dal mattino del 30 gennaio fino alla sera del 3 febbraio, un miglioramento delle condizioni di visibilità ha permesso di osservare che l'attività effusiva da una bocca posta alla base orientale del cono del Nuovo Cratere di Sud-Est (NSEC) dell'Etna è tuttora in corso. La colata attiva ha una lunghezza di alcune centinaia di metri, ed è visibile anche dai centri abitati sui versanti meridionale ed occidentale del vulcano; la foto sopra è stata ripresa da Tremestieri Etneo, sul fianco sud dell'Etna. Non si osserva alcuna attività esplosiva al NSEC. Durante un breve intervallo di parziale visibilità nel pomeriggio del 2 febbraio 2014, la colata lavica attiva appariva poco alimentata, formando un piccolo flusso lungo circa 100 m. L'attività in corso è la continuazione dell'episodio eruttivo del NSEC che ha avuto inizio la sera del 21 gennaio 2014 e rappresenta una notevole deviazione dal comportamento del NSEC degli ultimi tre anni. Messo nel contesto dell'attività eruttiva dell'Etna degli ultimi decenni, invece, è una manifestazione eruttiva del tutto normale, simile all'attività effusiva di gennaio-maggio 2001 (sul fianco nord del vecchio cono del Cratere di Sud-Est) ed altri episodi di lunga durata osservati in passato. L'ampiezza media del tremore vulcanico negli ultimi giorni è ulteriormente diminuita, mantenendosi tuttavia al di sopra dei valori normali.

L'aggiornamento sul sito IngvEtna termicaetna

di Boris Behncke
(English version follows)
Fra i momenti più gratificanti durante un'escursione in cima all'Etna durante l'inverno, sono le viste dalla montagna sui paesaggi circostanti, specialmente con il sole basso, o durante e poco dopo il tramonto. Molte giornate invernali sono eccezionalmente limpide, offrendo viste fino a distanze di centinaia di chilometri. Il 10 gennaio 2014, era possibile vedere tutte le montagne della Sicilia, come i Nebrodi e le Madonie in questo sguardo verso nord-ovest.
Some of the most rewarding moments during an excursion to the summit of Mount Etna in Sicily in the winter come with the views from the mountain onto the surrounding landscapes, especially when the sun is low or at and shortly after sunset. Many winter days are crystal clear, offering views spanning hundreds of kilometers of distance. On 10 January 2014 it was possible to see virtually all of the mountain ranges of Sicily, as the Nebrodi and Madonie mountains and all of the Aeolian Islands to the north. This view sweeps across Monte Altesina (1192 m), Monte Cammarata (1578 m) and Serra Leone (1346 m, Monti Sicani) - thanks to Fabio Cannavò for the details on individual peaks and their elevation

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Grande interesse e pubblico attento alla prima uscita pubblica di iEtna, la prima App generalista sull'Etna per i sistemi Apple (iPhone, iPod, iPad) ideata e diretta da Turi Caggegi e realizzata da ABCom. L'occasione è stata costituita dall'evento "Etna: Un Vulcano di passioni e solidarietà" organizzato sabato 11 gennaio 2014 al Casale Papandrea di Fiumefreddo di Sicilia da Alessandro Lo Piccolo. Evento molto partecipato che aveva anche scopi benefici e di raccolta fondi a favore dell'associazione Abaie Onlus, che ha per scopo il supporto, la ricerca e la sperimentazione di attività a supporto dei soggetti autistici e delle loro famiglie. Sala gremita anche per ascoltare i numerosi e qualificati interventi dei diversi relatori, tutti legati dal filo della passione per l'Etna e dall'impegno per la valorizzazione e la tutela del Vulcano e del territorio etneo. Ha cominciato Rosario Faraci, docente di Economia all'Università di Catania, innamorato dell'Etna e inventore e curatore della pagina Facebook di grande successo "Mongibella", così chiamata per mettere in evidenza la "femminilità" della montagna siciliana. Faraci ha anche sottolineato l'esigenza di crare un brand unico dell'Etna, per comunicare nel mondo il valore delle iniziative e dei prodotti legati al territorio del più grande vulcano d'Europa, di recente diventato Patrimonio dell'Umanità Unesco. Quindi è toccato a Turi Caggegi, giornalista professionista, presentare iEtna, progetto che riguarda la promozione del "vulcano più bello del mondo" attraverso diversi strumenti tra cui il sito web ietna.it, la pagina Facebook IETNA, e la neonata app per iOS scaricabile gratuitamente dall'App Store di Apple. Un progetto che a meno di un mese dal lancio ha già numeri importanti sia in ternmini di visite sul sito e sulla pagina Facebook che di download e gradimento della App per smartphone, di cui è prevista a breve anche la versione per i sistemi Android. Molto seguito l'intervento di Boris Behncke, vulcanologo dell'Ingv di Catania, che con l'ausilio di foto e filmati ha spiegato quali sono i rischi ma anche le grandi opportunità che derivano dalla convivenza con "un vulcano né buono, né cattivo, ma attivo". Behncke, instancabile divulgatore, ha anche messo l'accento sulla tutela dell'ambiente e del territorio e sulla prevenzione sismica, indispensabile in un'area a rischio come quella etnea e della Sicilia orientale, colpita in passato da forti terremoti, comunque non di origine vulcanica. Presente anche il gruppo di Etna Walk, che ha proposto spettacolari foto e video prodotti in occasione delle frequenti eruzioni dell'Etna e ha annunciato anche l'uscita imminente di una proria app. L'interesse per l'Etna ha tenuto il pubblico incollato alle sedie per diverse ore, anche grazie agli interventi di presentazione della Supermaratona dell'Etna, competizione unica al mondo, dell'affascinante racconto sull'Etna della scrittrice ed ex sindaco di Fiumefreddo Marinella Fiume, delle performance del cantastorie Luigi Di Pino, dell'attore Eduardo Saitta e del compositore Michele Patanè. Passerella speciale anche per Nao, il robot umanoide che grazie alla programmazione e gestione dei fratelli Marco e Daniele Lombardo della Behaviour Labs, sta contribuendo a facilitare la socializzazione dei bambini autistici in collaborazione con l'associazione Abaie. Una serata che ha dimostrato la presenza e il valore dei grandi fermenti economici e culturali che in questo momento sono vivi e attivi e che hanno l'Etna come punto di riferimento. Un Patrimonio dell'Umanità che per prime le popolazioni locali devono imparare a rispettare e valorizzare al meglio.

ietna facebook La pagina Facebook di iEtna. Foto Grazia Malatino

 

Faraci Alessandro Lo Piccolo presenta Rosario Faraci (a destra nella foto)

Boris Behncke Boris Behncke

 

nao robot Il robot Nao con Marco e Daniele Lombardo

 

 

 

 

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Dopo l'intervista pubblicata ieri, pubblichiamo oggi uno straordinario reportage del vulcanologo Boris Behncke, che ha voluto regalarci questo viaggio nella storia recente dell'Etna attraverso le sue foto e i suoi commenti personali. Grazie Boris, da iEtna e da tutti gli appassionati del vulcano più bello del mondo  (Turi Caggegi)

Testi e foto di Boris Behncke per iEtna.it

boris 1 Ecco alcune foto mie ... questa è della mia prima visita all'Etna nel 1989, fatta dalla parte alta della Schiena dell'Asino (non lontano dalla Montagnola) e quel che si vede è il Sud-Est in attività stromboliana; poco a sinistra del Sud-Est è visibile anche l'edificio di Torre del Filosofo

 

boris 2 La seconda foto mostra la ripresa dell'attività sommitale nel 1995, dopo due anni di quiete che hanno seguito la grande eruzione di fianco del 1991-1993 ... si vedono emissioni di cenere dal Cratere di Nord-Est e (meno intense, più a sinistra) dalla Bocca Nuova, viste da Nicolosi il 12 ottobre 1995

boris 3 segue una foto emblematica, fatta il 12 maggio 1996, quando per i turisti in Sicilia doveva già essere estate ... beh, sull'Etna era ancora pieno inverno e questa povera coppia di tedeschi ne ha fatto un'esperienza traumatica ... in fondo, Torre del Filosofo (mi rendo conto quante foto ormai "storiche" ho nella mia collezione )

boris 4 e qui il piccolo Boris con la sua grande montagna, appena trasferitomi in Sicilia: febbraio 1997 al rifugio Galvarina

boris 5 C'era una volta il conetto all'interno del Cratere di Sud-Est, e per un periodo dall'orlo occidentale del cratere guardavi giù sul conetto, direttamente nella sua bocca, che era in costante ma debole attività stromboliana. Qui siamo al 25 luglio 1997 --- quanto sarebbe carino avere questo tipo di attività adesso!

boris 6 Ancora il Cratere di Sud-Est con il suo conetto interno in attività stromboliana, sullo sfondo Catania e dintorni, la sera del 30 agosto 1997

boris 6 bis questa invece è di settembre 1997, sull'orlo della Bocca Nuova, e laggiù nel cratere c'era un bel laghetto di lava bollente

boris 7 Siamo ancora al Cratere di Sud-Est, ma ora è il 4 giugno 1998, l'attività stromboliana persistente (in corso da novembre 1996) sta continuando ed è accompagnata dall'emissione di piccole colate laviche. Qui vediamo la bocca effusiva sull'orlo orientale del cratere, con la Valle del Bove sullo sfondo. La roba bianca a destra è costituita da depositi fumarolici (zolfato di calcio, conosciuto anche come "gesso", CaSO4)

boris 8 Sempre la sera del 4 giugno 1998, ma qui vediamo la Voragine in forte attività stromboliana, la vista è dall'orlo orientale

boris 9 e per capire meglio come era quella attività alla fine degi anni 90, davvero da "record", ancora una foto dello stesso 4 giugno 1998, ma questa volta della Bocca Nuova, anch'essa con attività stromboliana ed emissione di una piccola colata di lava sul fondo craterico

boris 10 Ecco la Voragine in attività "hawaiiana", il 15 giugno 1998, con belle fontanelle di lava e colate intracrateriche, vista dal Cratere di Nord-Est

boris 11 ed ecco parlando di bolle di magma e boati ... ecco una bolla proprio nel momento dell'esplosione, all'interno della Voragine, il 13 luglio 1998. Le detonazioni si sentivano costantemente fino a Catania e Taormina, per quasi tutto il periodo fra giugno e agosto 1998

boris 12 cassau u Sud-Est ... era il 4 febbraio 1999, quando dopo una serie di 20 episodi parossistici il fianco sud-orientale del cono del Sud-Est si aprì, dando inizio ad un'eruzione effusiva che sarebbe durata fino a metà novembre 1999. Questa è la vista dalla Villa Bellini a Catania

boris 13 questa è piuttosto per far ridere --- era luglio 1999 alla colata di lava che usciva sotto il Sud-Est

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di Turi Caggegi

E' tra i vulcanologi che più conoscono l'Etna e tra quelli più conosciuti anche all'estero. Tedesco, sui cinquanta, una moglie e una figlia con cui divide e condivide l'amore per l'Etna. Boris Behncke lavora all'Ingv di Catania Osservatorio Etneo e da molti anni vive sul vulcano siciliano, tanto che il suo accento teutonico ormai si è mescolato a quello catanese, con effetti divertenti e bizzarri. Lo abbiamo incontrato per parlare di Etna.

Turi Caggegi: Boris, com'è stato l'anno dell'Etna, il 2013 è stato un anno da record per le eruzioni?

Boris Behncke: Sicuramente il 2013 è stato molto ricco di eventi vulcanici all'Etna, da record magari no. Gli anni da record restano il 1998, 1999 e il 2000 (quest'ultimo con 66 episodi parossistici al - vecchio - Cratere di Sud-Est). Abbiamo avuto due periodi molto movimentati, gennaio-aprile e ottobre-dicembre, con situazioni anche a volte quasi drammatiche e pericolose; invece l'Etna ci ha regalato un'estate tranquilla e questo lo apprezzo molto!

T: Come definiresti lo stato attuale del vulcano?

B: Diciamo che da qualche decennio ormai l'Etna gode di un ottimo stato di salute. A partire dagli anni '70 l'attività (in termini di frequenza, intensità e volumi delle eruzioni) è sui più alti livelli degli ultimi secoli

T: Attualmente si dice che sia tra i vulcani più attivi al mondo. E' vero?

B: Probabilmente in termini di "produttività" (cioè il volume di magma eruttato in un determinato intervallo di tempo), l'Etna è secondo dopo il Kilauea, alle Hawaii

T: In questa classifica "vulcaniana" quindi l'Etna sarebbe secondo assoluto. Un bel record. Anche per questo quest'anno è arrivato il riconoscimento come Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco?

B: Certamente questo è stato uno dei motivi di tale riconoscimento, oltre alla eccezionale "versatilità" in termini di stili di attività vulcanica, l'enorme varietà di ambienti e paesaggi etnei, nonché il contesto umano-storico-culturale (non considerando elementi come la "munnizza")

T:   Cosa rende l'Etna un vulcano unico al mondo?

B: L'Etna si distingue fra i vulcani di questo pianeta per la vasta gamma di fenomeni e prodotti eruttivi, la frequente attività, che di volta in volta - persino da un parossismo all'altro - è diversa e ha sempre elementi nuovi, mai visti in precedenza; il "record" di eruzioni documentate da testimonianze scritte è il più lungo fra tutti i vulcani sulla Terra; l'Etna è molto accessibile e anche per questo è monitorato con i più sofisticati ed elaborati sistemi di sorveglianza al mondo, inoltre, in termini di pubblicazioni scientifiche, è il vulcano più "pubblicato" al mondo. A tutto ciò c'è da aggiungere che la crescita del nuovo cono del Cratere di Sud-Est è la più rapida crescita di un nuovo edificio vulcanico mai documentato: il cono ha raggiunto un'altezza di circa 300 m sopra la sua base in meno di 3 anni, però in realtà è cresciuto soltanto durante gli episodi parossistici, che tutti insieme rappresentano non più di una settimana!

T: Insomma è davvero un vulcano straordinario. A proposito del monitoraggio scientifico, mi parli del lavoro che fate all'Ingv di Catania?

B: L'INGV di Catania è responsabile dellla sorveglianza, del monitoraggio e della ricerca scientifica sui vulcani siciliani e dei terremoti in Sicilia. Ciò si svolge in tempo reale, in Sala Operativa, dove arrivano i segnali di più di 150 strumenti sul territorio siciliano, fra cui molte stazioni sismiche (circa 50 solo sull'Etna), stazioni GPS e clinometri per misurare le deformazioni del suolo, strumenti per misurare le emissioni di gas, cambiamenti magnetici e gravimetrici e ancora altri strumenti. Tutto ciò permette di ottenere dati di altissima qualità in tempo reale e riconoscere rapidamente i segnali precursori dei fenomeni eruttivi più rilevanti, come ad esempio gli episodi esplosivi parossistici che minacciano di interessare zone popolate con ricadute pesanti di materiale piroclastico (cenere e lapilli), e di influenzare anche il traffico aereo e l'operatività dell'aeroporto di Catania. Questi dati saranno anche preziosi quando l'Etna ritornerà a fare eruzioni di fianco, che si possono svolgere più vicino alle zone popolate e rappresentano, nel lungo termine, una notevole minaccia per centri abitati, infrastrutture e terreni coltivati.

T: Ritorna l'eterna domanda... a cui tu cerchi di rispondere nei tuoi frequenti appuntamenti scientifico-culturali nei vari paesi che sorgono sulle pendici della nostra "Montagna": l'Etna è un Vulcano buono o cattivo?

B: L'Etna non è certo un "vulcano killer" come alcuni altri, tipo Vesuvio, grazie anche al fatto che le zone popolate distano più di 10 km dalle zone più frequentemente interessate dall'attività. Per questo motivo, le uniche vittime causate direttamente dalle eruzioni dell'Etna - 77 in tutto il periodo storico, cioè più di 2700 anni - sono avvenute nei pressi dei centri eruttivi o in un caso, nel luogo dove una colata di lava ha invaso una cisterna piena di acqua, causando una forte esplosione (1843 vicino a Bronte). Tuttavia, le eruzioni di fianco possono arrecare grandi danni materiali e distruggere parzialmente o completamente centri abitati, come è successo più recentemente a Mascali, nel 1928. Certamente va considerato in primis, che l'Etna è un vulcano ATTIVO, fatto che implica che può causare problemi anche seri, e vista la forte urbanizzazione soprattutto dei settori sud e est dell'Etna, di problemi ne causerà sicuramente nel futuro.

T: E' stata davvero strabiliante, come ricordavi, la crescita del Nuovo Cratere di Sud Est. Ci racconti brevemente la sua storia?

B: Il Nuovo Cratere di Sud-Est nasce nella primavera del 2007, poco dopo l'ultimo episodio parossistico del "vecchio" cratere di Sud-Est, quando per collasso si è formato un buco di sprofondamento ("pit crater") sul basso versante orientale del vecchio cono. Da questo "pit crater", ha inizio un'attività stromboliana nella seconda metà di agosto 2007, che culmina in un primo episodio parossistico nella notte del 4-5 settembre 2007, seguito da un altro il 23-24 novembre 2007, e un terzo, violentissimo, il 10 maggio 2008. L'attività di questo nuovo cratere viene interrotta, per quasi tre anni, dalla vicina eruzione di fianco iniziata il 13 maggio 2008 e conclusasi il 6 luglio 2009. Da gennaio 2011, c'è stata una serie di 46 episodi eruttivi, la maggior parte con fontane di lava, colate laviche e alte colonne di materiale piroclastico. Questa serie ha appena avuto il suo ultimo episodio, il 29-31 dicembre 2013

T: Qualcuno pensa che il Nuovo Sud Est adesso sia la cima più alta dell'Etna, o sia prossimo ad esserlo. Come stanno le cose?

B:  Ancora deve crescere "u picciriddu", gli mancano ancora circa 50 metri per diventare la nuova vetta, che resta tuttora il Cratere di Nord-Est, con un'altezza di 3329 m sopra il livello del mare

T: Boris, ci avviamo alla conclusione di questa chiacchierata. Immagino che tu abbia un rapporto speciale con l'Etna, che qui molti considerano donna e quasi umana...

B: E' la tipica "mamma di campagna sicula", un po' brontolona, però generosissima (tante cose buone da mangiare e bere, grazie all'enorme fertilità dei suoli vulcanici), e ogni tanto un po' nervosa che dà schiaffi a raffica, ma questi scoppi di rabbia non durano mai tanto tempo

T: Una curiosità che credo abbiano in molti: qual è la tua storia, come sei finito qui e che progetti hai per il futuro?

B: Ho cominciato ad interessarmi dei vulcani da bambino, sentendo parlare nei telegiornali e nei giornali di un'eruzione molto spettacolare in Islanda (era l'eruzione di Heimaey nel 1973). Negli anni successivi, seguendo gli eventi vulcanici sempre attraverso i mass-media, vedevo che ogni anno spuntava lo stesso vulcano, l'Etna, e ho cominciato a capire che fosse un vulcano straordinario. Dopo la maturità scolastica mi sono iscritto in Scienze Geologiche all'università con l'idea di diventare vulcanologo; conseguito il titolo di Laurea ancora in Germania, ho deciso nel 1997 di trasferirmi sul mio vulcano preferito - che ormai visitavo regolarmente ogni anno dal 1989 in poi - e partecipare al concorso per un dottorato di ricerca presso l'Università di Catania. Dopo la conclusione del dottorato, ho avuto un contratto - un assegno di ricerca - presso l'INGV di Catania, dove lavoro tuttora, ora come ricercatore ma a tempo determinato. Ciò significa che faccio parte del significativo precariato dell'INGV che ha un ruolo fondamentale nel garantire una continua sorveglianza dell'attività sismica e vulcanica sul territorio. I miei progetti per il futuro? Vedere il più possibile delle eruzioni dell'Etna che devono ancora avvenire, meglio se facendolo posso anche guadagnare abbastanza per sostenere la mia famiglia, e vedere crescere mia figlia (il che tutto sommato significa che non ho intenzione di morire presto) 🙂

T: Grazie Boris, buona Etna e buon 2014!

B: Un abbraccio carissimo.