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Testo e foto di Alessandra Nicastro (Team "Un Vulcano di Idee") -

Sono le 09.15 di un giovedì 6 Marzo gremito di studenti pronti ad iniziare il nuovo semestre nelle stanze affollatissime del Palazzo delle Scienze dell’Università di Catania, quando una campanella più squillante del solito richiama a sedere “fra i banchi di scuola” giovani e adulti non più studenti del dipartimento di Economia e Impresa: gli startupper, gli innovatori, promotori di passioni divenute business ed idee trasformate in progetti di vita; la diaspora dell’innovazione si ferma qualche ora per dar voce a chi ha fatto un giro nel mondo dell’imprenditorialità e far sì che infiammi coi propri racconti un’attenta cerchia scoppiettante di giovani pieni di energia; è il quinto incontro di “Un vulcano di Idee” e nell’aria si sente bruciare passione.

L’iniziativa promossa dal Professore Rosario Faraci è una vera e propria colata di lava infiammata nella stagnazione glaciale delle cattedre universitarie più tradizionaliste, il ciclo seminariale capovolge il modello organizzativo della didattica universitaria e, devoto alla logica del “lasciate che i giovani vengano a me”, affida l’animazione delle attività didattiche ad un team di cinque studenti di Economia Aziendale: una sfida, dunque, una vera scalata meritocratica per tutti coloro che hanno veramente voglia di fare, di uscire dai percorsi più inflazionati, di ambire alla vetta.

Si parla di Marketing e a scaldare l’aula di buon mattino è il Professore Marco Galvagno. Un intervento provocatorio, il suo, che si rifiuta di focalizzarsi su un singolo modo di operare nel mercato; invitato a parlare di Social Media Marketing, il professore puntualizza al suo arrivo che “Il marketing è solo uno, quello che funziona”: subito il focus si sposta sul mercato, che, se insieme al prodotto e alla bontà del team, compone la triade degli elementi principali per determinare l’implementazione di una startup, viene eletto da solo quale unica discriminante del suo successo, bocca della verità per un’impresa, i clienti, i soli che possono e devono guidare alla continua definizione del prodotto.

E così, fra immagini esilaranti del mercato nel senso più locale che noi del Sud conosciamo, citazioni di pugili e pionieri dell’innovazione, la parola passa a Edoardo Faraci, referente in Sicilia di Italia Camp, associazione che si è fatta promotrice dell’innovazione sociale in Italia; il suo è un racconto sognante di chi, appena tornato dagli USA, ha molto da dire a giovani aspiranti imprenditori su jet lag, Wall Street, promozione dell’imprenditorialità oltreoceano, insomma su “biglietti Andata e Ritorno per i progetti esportatori sani di Made in Italy”.

È quasi mezzogiorno e la fame di sapere è sempre più viva, è la volta di IEtna, la prima App per iOS, e adesso anche Android, pensata per celebrare La Montagna, sua maestà il Vulcano, lo stesso cuore pulsante che ha animato il mood di tutti gli incontri del seminario: a parlare di Lei è Turi Caggegi, giornalista di professione, che ha saputo cucire per la plurisecolare presenza impervia della Sicilia una veste più digitale, che ben la mettesse in mostra sul palcoscenico internazionale.

I racconti di passione siciliana per l’imprenditorialità in senso lato sono musica per le orecchie dei giovani studenti desiderosi di scoprirne le trame più disparate e i percorsi ancora in essere, e così, in collegamento via Skype, Ugo Parodi Giusino di Mosaicoon ci parla fiero di come la sua azienda nata e cresciuta a Palermo risponda a tono alla richiesta internazionale di opere inimitabili di creatività e marketing virale, che giunge sempre più forte dai grandi player dei più svariati settori.

Il quadro è chiaro, dunque: non ci importa se vendiate video virali creativi, o se raccontiate foto-storie dell’Etna vulcano su una pagina sempre più visitata di Facebook, purchè a muovere i gesti delle vostre giornate imprenditoriali sia la forza distruttrice di chi il vulcano lo ha dentro di sé, di chi vuole estirpare gli argini inutili che bloccano il fluire delle idee che sanno di libertà.

Libertà di essere imprenditori, ingegneri di qualche cosa, costruttori di progetti, Professori e fotografi professionisti che si uniscono nella passione per gli scorci del nostro vulcano, che gli danno un nome, così scopriamo che “Mongibella” con i suoi scatti dell’Etna sensazionali è il risultato fortuito di un incontro sorridente fra il Professore Rosario Faraci e Alessandro Lo Piccolo.

Siamo instancabili e la voglia di percorrere i territori nostrani dell’innovazione ci conduce alle pendici del “Pandoro” innevato siciliano: la giornata si conclude con un'altra storia, quella di Pietro e Luigi Scammacca del Murgo, produttori di vino. Zio e nipote inebriano la platea con il frizzante racconto di come la passione per gli agrumi e le vigne di un ormai anziano signore nelle cui vene scorre sangue tutto siciliano, sia divenuta la realtà da sogno di un’intera grande famiglia, attenta ogni giorno a fare posto nelle cantine di consumatori locali e internazionali a 75 cl di autentico sapore siciliano.

Marketing, dunque, ma anche e soprattutto storie di vita. Ciò che i ragazzi appuntano sui quaderni impregnati di voglia di imparare è l’odore che ha il fare imprenditoriale nelle giornate assolate del nostro gioiello Mediterraneo.

Si parla di Etna e della nostra App iEtna oggi all'Università di Catania nell'ambito dell'iniziativa "Un Vulcano di Idee", ciclo di incontri promosso da Rosario Faraci, docente di Economia e gestione delle imprese. L'incontro, che prevede la partecipazione di altri protagonisti della scena imprenditoriale e del mondo accademico, è focalizzato su Marketing & Communication e si tiene a partire dalle 9 nel Palazzo delle Scienze dell'Università di Catania.IEtna