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Parco dell'Etna: fissate altre nove date per l'iniziativa escursionistica "Tra... Monti e Fuoco nel Parco".

A seguito del “tutto esaurito” di prenotazioni (molte delle quali ad opera di turisti italiani e stranieri attualmente in Sicilia) fatto registrare già stamattina per le cinque nuove date dell’iniziativa di trekking  “Tra … Monti e Fuoco nel Parco”, il Parco dell’Etna ha subito programmato una ulteriore offerta di appuntamenti per gli appassionati. Le nuove date fissate sono lunedì 25, mercoledì 27 e sabato 30 agosto; lunedì 1, mercoledì 3, sabato 6, lunedì 8, mercoledì 10, sabato 13 settembre.

L’iniziativa prevede una escursione guidata dal personale del Parco in prossimità dell'attuale eruzione, attraverso il sentiero che conduce in contrada Serracozzo; una notevole opportunità, in luoghi di grande fascino e interesse, per gli amanti della natura dell’Etna e della fotografia. Anche per le nuove date, la partenza avverrà dal Rifugio Citelli, con inizio alle ore 17.30 e conclusione presunta alle ore 22.00. La quota di partecipazione è fissata in 10 euro; le prenotazioni potranno essere effettuate telefonando ai numeri 095 821240/245/111. Per i ragazzi fino a 14 anni accompagnati da un adulto l'escursione è gratuita. Ai partecipanti si suggerisce di indossare un abbigliamento da trekking, di portare una bottiglietta d'acqua, una colazione a sacco, una torcia ed una macchina fotografica.Etna eruzione nsec CS Parco dell'Etna, 11 agosto 2014

di Turi Caggegi -

Notte di passione e spettacolo sull'Etna: va in scena l'agonia di una eruzione che tanto interesse ha suscitato nel popolo etneo, nei media, sui social network, tra visitatori e turisti. Le migliaia di appassionati e curiosi che ieri sera hanno preso d'assalto i fianchi della grande montagna hanno assistito a uno spettacolo unico e un po' struggente, l'ennesimo cambiamento nell'attività dell'Etna, con la presumibile fine dell'eruzione iniziata il 5 luglio sotto il cratere di Nord Est e i segnali di risveglio del gigante bambino Nuovo Cratere di Sud Est. Sembrava un pellegrinaggio al capezzale dell'eruzione morente. Un pellegrinaggio segnato dalle centinaia di lucine delle torce degli escursionisti che si arrampicavano nella notte illuminata dalla luna piena sui sentieri che si inerpicano sul vulcano, alla ricerca di un punto vista panoramico e privilegiato di osservazione. Chi aveva programmato la scalata nel sabato sera precedente Ferragosto di certo non si aspettava questo epilogo, ma ormai tutti sanno che l'Etna non concede routine, e tutti lo accettano.

Dunque i segni premonitori della mattina che avevano fatto intuire ai più esperti  cosa stesse accadendo nel ventre della Grande Madre, si sono avverati. La notevole emissione di cenere dalle bocche di Nord Est e il contemporaneo repentino calo del tremore vulcanico registrato dai freddi strumenti dell'Ingv erano effettivamente segno che qualcosa era cambiato, che l'attività si stava modificando, che l'energia primordiale racchiusa nel più grande vulcano d'Europa cercava nuovi equilibri.

Manca ancora il certificato ufficiale di morte, certo. E magari l'Etna farà un'altra strambata delle sue e smentirà questa interpretazione non appena questo articolo sarà pubblicato. Di sicuro però ieri sera tutti i devoti in processione hanno capito questo: l'eruzione sta morendo, il Nuovo Cratere di Sud Est si sta risvegliando. Ennesima prova che l'Etna segue i suoi ancora imperscrutabili disegni, e lascia tutti con lo stupore dei bambini stampato sul viso.

Foto di Turi Caggegi scattate da varie località dell'Etna la sera del 9 agosto 2014. La foto con luce diurna è stata scattata la mattina del 9 agosto e testimonia l'emissione di cenere.Etna eruzione etna eruzione turi caggegietna eruzione turi caggegietna cenere turi caggegi

 

 

A proposito di divieti e limitazioni imposti nella fruizione e nella visita di alcune zone dell'Etna, ecco la lettera aperta che Giuseppe Riggio, dell'associazione Etnaviva, ha scritto alle Autorità. 

Dinanzi a tanti e duraturi provvedimenti di divieto permettetemi di scrivere ancora una volta che l’Etna non si può vietare: appartiene al mondo, è di proprietà di chi la ama, di chi ne osserva i fenomeni strabilianti, ma naturali da secoli.

La nostra “muntagna” è nostra perché i nostri antenati l’hanno lavorata, sudata e modificata pezzo dopo pezzo, dissodando il terreno e costruendo terrazzamenti, spaccando le pietre e costruendo il selciato delle mulattiere.

Per mesi ci hanno proibito di andare nella Valle del Bove  perché dicono che l’Etna è cattiva, minaccia gli escursionisti e incombe sulle popolazioni. Ma in quella Valle sino a non molti anni fa c’era un attrezzato rifugio, su quei pendii i montanari andavano a contendersi il titolo di sciatore più bravo di Sicilia, i pastori vivevano per mesi in anguste capanne. Il rifugio costruito negli anni ’30 in quel posto incantevole non venne distrutto dalle bombe laviche, ma dall’esplosivo piazzato dagli uomini che vollero tentare di deviare il fiume di fuoco nel 1992.

L’Etna è sempre stato il Mongibello, il Mons Gebel, la montagna-montagna, ma mai la “montagna proibita”. Nel Medioevo la consideravano la “porta dell’Inferno”, ma già nel 1493 – mentre Colombo scopriva l’America- Pietro Bembo abbandonava per qualche giorno i suoi studi di greco antico a Messina per scalare l’Etna, per andare a soddisfare – così scriveva- “la “sete di conoscenza”.

Oggi non si può più osservare il vulcano, occorre stare lontani – abitanti e turisti- da quei fuochi che evidentemente sono tornati ad essere le fonti del Male, la minaccia per l’Umanità. Ma allora c’è qualcosa che non capisco: solo un anno fa ci avevano detto che l’Etna, la nostra “Muntagna”, era stata inserita nella lista dei beni appartenenti al Patrimonio mondiale. Tutti a far festa, tutti pronti ad invitare gli abitanti del Mondo a visitare il loro pezzo di patrimonio comune che si trova proprio qui da noi, in terra sicula. E invece no, invece di allestire comitati di benvenuto le Autorità hanno pensato bene di firmare ordinanze. Sempre più severe. “Extra homnes” hanno scritto, via dal conclave etneo, via abitanti e visitatori! Sino a rischiare il ridicolo: ma come? E’ un bene che appartiene al Mondo ed il Mondo non può osservarlo se non via internet?

Dicono che la montagna deve essere proibita per il nostro bene, come se fossimo tutti bambini bisognosi di cure e di attenzioni, incapaci di confrontarci con la dura realtà.  Sino alla scorsa settimana non potevano accompagnare i clienti oltre  quota 2900  neanche i montanari con il patentino. Neanche le guide abilitate potevano mostrare lo spettacolo più bello del vulcano. Eppure – viene da pensare – se è attesa una tempesta meteo nessuno mi vieta di uscire da casa; se il mare è agitato sventola la bandiera rossa ma nessun vigile mi denuncia se faccio un tuffo. E allora perché la montagna deve essere proibita? Dicono perché c’è stata una frana, un grande crollo. Ma è successo l'11 febbraio 2014, sono trascorsi  - più o meno- 170 giorni ed il vulcano ha continuato la sua normale attività da vulcano, fra boati e colate, ma grandi frane nemmeno una. E poi a pensarci bene sulle Dolomiti i crolli dei vetusti e bellissimi pinnacoli sono all’ordine del giorno, e nessuno si allarma, anzi se possibile si mette tutto presto a tacere. Del resto i compatrioti trentini o veneti sanno bene che alla natura spetta fare il suo corso. L’uomo è solo un intruso, che entra nel mondo delle montagne (ma vale anche per il mare o per le distese desertiche) cosciente di essere penetrato in un territorio che appartiene al selvaggio, alle forze primordiali all’interno delle quali noi possiamo solo destreggiarci nella consapevolezza dei nostri limiti e dei rischi che corriamo.

Non esiste Autorità capace di fermare il fulmine o la tempesta marina, ma neanche la colata del vulcano. Nessun governo può impedire del tutto gli incidenti che continueranno ad accadere all’uomo all’interno dell’ambiente naturale che lo ospita o che si trova a visitare.

Ci sono volute le associazioni per  fare revocare l'ordinanza che vietava in maniera ormai ingiustificata la valle del Bove, c'è voluta la caparbietà di alcune guide per ricordare che sono proprio loro i primi custodi della sicurezza in montagna. Il dialogo è iniziato. Speriamo che continui sul piano della ragionevolezza, tenendo presente che la questione fruizione dell'Etna ha numerosi e delicati risvolti.

In fondo, signori delle Autorità, la soluzione non è poi così difficile:   raccomandate prudenza, affiggete avvisi ed informate i cittadini dei rischi che corrono nel percorrere i fianchi del vulcano, consigliate loro di rivolgersi a chi la montagna la conosce, segnalate i sentieri, aggiornate frequentemente i bollettini di pericolosità della nostra Muntagna, ma per favore lasciate che il Mondo apprezzi e goda liberamente dell’Etna e delle sue attività.

Giuseppe Riggio

Foto di Turi Caggegi Agosto 2014

Turisti EtnaEtna esplosioneTuristi Etna

A seguito del pienone di adesioni per il primo appuntamento dell'iniziativa "Tra ... Monti e fuoco nel Parco", che prevede sabato 9 agosto una escursione guidata dal personale dell'ente in prossimità dell'attuale eruzione, attraverso il sentiero che conduce in contrada Serracozzo - in luoghi di grande fascino e interesse per gli amanti della natura e della fotografia - per andare incontro alle tantissime richieste degli appassionati che non riusciranno a partecipare domani sera il Parco dell'Etna ha deciso di fissare cinque nuove date (mercoledì 13, sabato 16, lunedì 18, mercoledì 20 e sabato 23 agosto) e ha iniziato a raccogliere le prenotazioni.

Così come previsto per l'appuntamento di domani, anche per le altre date la partenza avverrà dal Rifugio Citelli, con inizio alle ore 17.30 e conclusione presunta alle ore 22.00. La quota di partecipazione è fissata in 10 euro; le prenotazioni potranno essere effettuate telefonando ai numeri 095 821240/245/211.

Allo scopo di avvicinare il maggior numero di giovani alla fruizione responsabile del vulcano, per i ragazzi fino a 14 anni accompagnati da un adulto l'escursione è gratuita.

Ai partecipanti si consiglia di indossare un abbigliamento da trekking, di portare una bottiglietta d'acqua, una colazione a sacco, una torcia ed una macchina fotografica.

CS Parco dell'Etna, 8 agosto 2014Etna eruzione turi caggegietna eruzioneetna serracozzo

Il Vulcano delle sorprese: oltre a essere quello più grande e attivo d'Europa e il secondo più attivo al mondo dopo il Kilauea (Hawaii), l'Etna potrebbe forse essere definito il più vario e sorprendente per la grande gamma di attività vulcanica che lo contraddistingue. Ne è prova la novità del giorno: una ulteriore piccola bocca sembra essersi aperta questa mattina pochi metri a monte della bocca esplosiva nata il 25 luglio scorso, a sua volta spuntata a nord est delle bocche esplosive ed effusive che si sono aperte il 5 luglio alla base orientale del cratere di Nord Est, il più alto dell'Etna, e che hanno originato l'eruzione e la colata lavica ancora in corso. I centri eruttivi dell'attuale fase sembrano dunque spostarsi verso monte. Per fortuna sono tutti al di sopra dei tremila metri di quota e non creano problemi di alcun tipo, anche perché si tratta - come spiegano gli esperti - di una eruzione a bassa energia. Anzi, complice l'estate, l'eruzione ha costituito una grande fonte di attrazione turistica grazie anche alle continue e spettacolari esplosioni che si susseguono al ritmo di circa 20 al minuto, spesso accompagnate da forti boati, udibili anche a decine di chilometri di distanza soprattutto sul versante est e nord est del vulcano siciliano.

La "nuova piccola bocca" di oggi sarebbe nata poco prima delle 10, come testimoniano le foto scattate da Francesco Mangiaglia che pubblichiamo a corredo di questo articolo, ma continuiamo a usare il condizionale poiché a causa della copertura nuvolosa compatta alle alte quote dell'Etna, non è stato possibile fare ulteriori verifiche neanche da parte degli esperti dell'Ingv di Catania. In sostanza non è stato possibile capire se le esplosioni evidenti nelle foto proprio a ridosso della parte occidentale della bocca esplosiva del 25 luglio, siano proseguite e che tipo di evoluzione abbia subìto lo scenario eruttivo.

L'ultima foto in basso (scattata da Turi Caggegi) rappresenta proprio lo scenario eruttivo alle 8,22 dell'1 agosto, quando ancora non c'erano tracce della nuova presunta bocca.

Intanto il livello del tremore vulcanico si mantiene più alto del normale, ma di certo ormai l'Etna sembra davvero essere diventato il vulcano più vario, eclettico e sorprendente del mondo.

Aggiornamento: Ecco il comunicato Ingv
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Sessantaquattro chilometri di corsa tra sciare e lapilli, dai 1800 ai tremila metri di quota per un dislivello complessivo di oltre tremila metri. E’ la Etnatrail, gara di ultratrail che vanta numerosi record: è l’unica in Europa che si svolge su un vulcano attivo (e attualmente in eruzione), la prima nel Sud Italia, la ultratrail alle quote più alte del Mediterraneo. Si tratta di una delle più spettacolari, ma anche più difficili gare di ultratrail del panorama agonistico dell’anno, eppure alla prima edizione, che prende il via sabato 2 agosto a Etna Nord, si sono iscritti quasi quattrocento atleti provenienti da nove Paesi, tra cui Usa, Canada e Iran.

La gara fa parte del circuito ufficiale ecotrail Sicilia e ha ottenuto il riconoscimento di competizione valida per l’acquisizione di due dei sette punti necessari per l’iscrizione alla prestigiosa Ultratrail del Monte Bianco.

Sveglia prima dell’alba per i corridori: la partenza è infatti fissata alle 5,30 da Piano Provenzana, e si prevede una durata di circa 10 ore. Il percorso si snoda tra il deserto vulcanico della zona sommitale dell’Etna, i dicchi e il belvedere di Serracozzo sulla maestosa Valle del Bove, i boschi di betulle del Rifugio Citelli, la pineta Ragabo con il suo secolare “Zappinazzo”, la faggeta di Timparossa, la grotta dei Lamponi, Monte Nero con gli hornitos dell’eruzione 2002, e con un passaggio a breve distanza dalle attuali bocche eruttive aperte sotto il cratere di Nord Est.

Un grande spettacolo a cui potranno assistere anche i più pantofolai amanti del vulcano, ma assieme alla massacrante 64km, gli organizzatori di Etnatrail Asd di Linguaglossa, hanno previsto altri percorsi meno impegnativi ma altrettanto fascinosi: una gara di “appena” 24 km (sempre valevole per il circuito ecotrail Sicilia) e una non competitiva da 16 km per chi preferisce fare una passeggiata salutare ad alta quota senza l’ansia del risultato.

“Il nostro obiettivo – dice Carmelo Santoro, presidente dell’associazione Etnatrail – è far diventare questa manifestazione un evento di riferimento in ambito europeo, per promuovere l’Etna anche come territorio turistico sportivo d’eccellenza a livello internazionale. I numeri di questa prima edizione dimostrano che il potenziale è enorme”.

Per ulteriori info: www.etnatrail.itetna trail dislivelloetna etna etna in eruzione etna eruzione

 

Con una conferenza ed una mostra mercato di prodotti agricoli e artigianali della zona, ha mosso i primi passi il "Bio distretto etneo", una iniziativa voluta dall'Ente Parco dell'Etna, dall'AIAB (Associazione Italiana per l'Agricoltura Biologica), dall'associazione "a fera bio" e da altri organismi di settore, finalizzata alla costituzione, in collaborazione con i Comuni, la Camera di commercio, le imprese ed i consumatori, di un soggetto giuridico in grado di valorizzare le produzioni locali e la rete di operatori economici del territorio presenti attorno al vulcano.

Il progetto è stato illustrato ai numerosi presenti da Alfio Furnari, Presidente dell'AIAB Sicilia, il quale si è soffermato sulla necessità che si rafforzi la cultura delle produzioni e del consumo biologico legandola alla collaborazione sinergica tra gli operatori, anche di settori diversi da quello agroalimentare, e gli enti pubblici.

Vincenzo Viezoli, presidente della Federazione AIAB, in tal senso, ha ricordato le esperienze compiute in altre regioni, soprattutto in relazione alla elaborazione del Piano di Sviluppo Rurale, attraverso la consultazione permanente degli agricoltori interessati ed il sostegno pubblico e comunitario ai modelli di coltivazione sostenibili.

Gianni Cavinato, dirigente di Agrisalus-ACU, nel suo intervento, si è richiamato al legame esistente tra il concetto di salute ed il concetto di paesaggio, ricordando l'importanza di incentivare il consumo di prodotti a chilometro zero, di stagione e del territorio in cui si vive, così da contribuire alla riduzione degli effetti negativi sulla salute derivanti dall'uso di prodotti anticrittogamici e per la lunga conservazione. "Mangiare sano-ha detto in proposito Cavinato-serve persino a contenere il costo delle spese sanitarie, perché contribuisce a ridurre il rischio di patologie anche gravi".

Rosa Spampinato, dirigente dell'Ente Parco dell'Etna, ha affrontato, tra gli altri, il tema del rapporto uomo-cibo, ricordando l'esigenza di contemperare l'economicità delle produzioni con la qualità biologica delle stesse, senza trascurare la tipologia delle aziende dell'Etna, per lo più di piccole dimensioni, ed il territorio, in continua trasformazione, per via dell'attività del vulcano.

Particolarmente significativo è stato l'intervento della Presidente dell'Ente Parco dell'Etna, la quale ha tenuto a sottolineare la disponibilità dell'organismo che presiede in direzione della realizzazione di tutte quelle azioni che si dovessero rendere necessarie per favorire il consolidamento di un'economia sostenibile nel territorio di pertinenza. "L'Ente Parco dell'Etna-ha detto, tra l'altro, Marisa Mazzaglia-nell'esprimere il proprio compiacimento per la riuscita della manifestazione e per la qualificata partecipazione di espositori, tecnici e produttori, compirà tutti quegli interventi che saranno necessari a ricordare l'Etna non solo per la maestosità del vulcano ma anche per la qualificazione delle produzioni locali".

Importanti sono state, inoltre, le presenze e gli interventi dei sindaci di Ragalna, Salvatore Chisari, di Nicolosi, Nino Borzi, del componente dell'Esecutivo dell'Ente Parco, Salvo Furnari, che hanno anticipato la loro piena disponibilità a supporto della nascita del "Bio-distretto dell'Etna", come hanno confermato, sia pure informalmente, anche i  numerosi consiglieri dei comuni dell'area presenti all'evento.

Al dibattito, che ha seguito la conferenza di presentazione dell'iniziativa, sono intervenuti anche numerosi operatori interessati alla creazione di forme sinergiche di collaborazione intersettoriale. Tra questi, significativi sono stati quello di Salvo Cacciola, incentrato sull'agricoltura sociale, di Riccardo Loiacono, che ha ricordato l'importanza del mangiar sano, di Salvo Coco, medico omeopata, di Francesco Ancona, di Agrinova, dell'avv. Mancuso, dell'avv. Gigi Savoca, del prof. Paolo Guarnaccia e di Quintilio Menicocci, uno dei produttori più  attivi nella zona.

Particolare successo ha avuto, infine, la mostra mercato di prodotti dell'agricoltura biologica e dell'artigianato locale, organizzata dall'Associazione "a fera bio", alla quale hanno partecipato diversi espositori ed un numerosissimo ed interessatissimo pubblico.

I prossimi appuntamenti con la mostra mercato ed il "Bio-distretto", sempre presso la sede dell'Ente Parco dell'Etna, sono già programmati per 31 agosto e per il 28 settembre, a partire dalle ore 18,30.

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Bio Distretto Etneo, un appuntamento da non perdere: Il primo evento è fissato per domenica 27 luglio, alle 17,30, presso la bellissima e fresca sede dell'Ente Parco dell'Etna, in via del Convento 45, a Nicolosi.Bio al Parco

Su iniziativa dell'Ente Parco dell'Etna e dell'Associazione Italiana per l'Agricoltura Biologica (AIAB), prende forma il "Bio-distretto etneo", con il duplice obiettivo di sostenere e valorizzare le produzioni biologiche presenti nel territorio, ma anche di fare rete, oltre che tra e con gli produttori del settore, anche con associazioni, operatori turistici, aziende di trasformazione e consumatori che condividono il modello biologico di produzione e di consumo.

"Spingere verso il consumo di cibi genuini e promuovere l'agricoltura biologica-ha dichiarato il merito la Presidente dell'Ente Parco dell'Etna, Marisa Mazzaglia- rappresenta un modo diretto per sostenerne le produzioni, ma anche per formare una cultura di tutela e di rispetto dell'ambiente, certamente utile all'economia dell'area in questione la quale, in attuazione a delle precise prescrizioni di legge, è sottoposta ad una serie di disposizioni che ne garantiscono il regolare sviluppo".

Secondo le intenzioni dell'AIAB, il "Bio-distretto etneo", una volta messo a regime, dovrà essere in grado di svolgere un'azione divulgativa da realizzare in collaborazione con i comuni interessati, dovrà promuovere azioni informative e formative, rivolte ai produttori ai consumatori ed agli studenti, oltre che a tutti gli operatori economici del settore della trasformazione agricola e del turismo ed agli amministratori locali della zona.

Il primo appuntamento per gli interessati è fissato per domenica 27 luglio, alle ore 17,30, presso la sede dell'Ente Parco dell'Etna, in via del Convento 45, a Nicolosi. A parlare dell'iniziativa e ad illustrarne gli obiettivi saranno la Presidente dell'Ente, Marisa Mazzaglia, il Presidente della Federazione AIAB, Vincenzo Vizioli, Gianni Cavinato, dell'Agrisalus, Giuseppe Orefice, della Rete Internazionale Biodistretti, Rosa Spampinato, Dirigente agronomo dell'Ente Parco dell'Etna, Alfio Furnari, Presidente dell'AIAB Sicilia, al quale è stato anche affidato il coordinamento dell'incontro.

Nella stessa giornata, negli spazi esterni all'ex Monastero Benedettino, attuale sede dell'Ente,  a cura dell'Associazione "a fera bio", si terrà un mercatino di prodotti biologici, il quale resterà aperto dalle ore 18,30 alle 22,30 e sarà replicato domenica 31 agosto ed il 28 settembre, sempre dalle 18,30 alle 22,30. Nell'ambito di questi appuntamenti, oltre alle produzioni biologiche locali i visitatori potranno assistere a momenti di intrattenimento, partecipare a degustazioni, a dimostrazioni di yoga, acquistare prodotti dell'artigianato creativo, mentre per i più piccini sono previsti "giochi e racconti sotto l'albero".pere facci bedda etna

BIO DISTRETTO AIAB ETNEO

  1. OBIETTIVI

 Obiettivo  del  Biodistretto Aiab Etneo è la valorizzazione condivisa delle risorse naturali paesaggistiche e produttive del Territorio del Parco dell’Etna.

Il Biodistretto nasce con un accordo tra agricoltori, cittadini, operatori turistici ed associazioni che condividono il modello biologico di produzione e di consumo.

La spinta propulsiva viene dagli agricoltori etnei che cercano mercati nazionali, esteri e locali che sappiano apprezzare le loro produzioni, dai cittadini interessati a consumare cibo sano genuino locale che protegga l’ambiente  e, infine, dagli operatori  che intendono qualificare l’offerta turistica con il turismo ecologico, rurale ed enogastronomico.

Queste istanze vengono sponsorizzate da un Partenariato tra Pubblico e Privato per un programma di interventi che prevede le seguenti fasi:

  1. FASI E SETTORI DEL PROGETTO

  1. Analisi economico-energetica dell’agricoltura del Parco

Il progetto prevede il censimento delle aziende agricole ubicate nel perimetro del Parco ed una indagine campionaria aziendale e settoriale economico-energetica al fine della individuazione delle aziende biologiche vitali nei principali comparti produttivi.

  1. Centri di formazione professionale ed assistenza tecnica degli agricoltori

L’azione prevede la formazione professionale partecipativa degli agricoltori alle tecniche delle diversificate forme di agricoltura naturale e l’assistenza tecnica da Enti, come Aiab che abbiano esperienze e know-how in aziende e settori bio.

  1. Aziende pilota

La formazione professionale partecipativa si esprime in una nuova concezione della ricerca, sperimentazione ed innovazione che vede gli agricoltori delle aziende rappresentative dei diversi settori produttivi e delle diverse specifiche condizioni pedoclimatiche e morfologiche – assistiti da tecnici e ricercatori - partecipare da protagonisti, con le loro esperienze ed i loro saperi, alle attività di ricerca del miglioramento genetico che si svolgeranno nelle loro aziende e non nelle stazioni sperimentali o nei laboratori scientifici, ed i cui risultati verranno da loro stessi monitorati discussi e valutati . Anche la fase finale dell’innovazione risponde a due nuovi criteri: il primo è che la validità della ricerca non deve tener conto solo della estensibilità nel territorio del Parco dei risultati  ma  essa deve anche prevedere la loro durabilità nel tempo; il secondo è che il miglioramento genetico partecipativo delle varietà esistenti o l’introduzione di nuove varietà devono essere rispondenti alle caratteristiche dell’ambiente etneo e non devono modificarlo. Il territorio etneo deve divenire quindi un bazar della ricerca gestito dagli agricoltori e non un santuario dove officiano gli unti del Signore

  1. Marchio collettivo di garanzia biologica del Parco e istituzione dell’Albo dei produttori

Promuovere e curare il marchio collettivo di garanzia biologica e concederlo all’istituendo albo degli agricoltori, dei trasformatori, dei ristoratori, dei negozi del Parco, risulta oggi molto semplificato per la presenza nell’area di enti terzi di controllo e certificazione che possono assumersene il compito relativo.

Il biodistretto etneo può altresì superare la certificazione aziendale terza della singola azienda, introducendo la certificazione unica dell’intero gruppo territoriale  che offre, oltre alla riduzione dei costi di certificazione, una maggiore garanzia per la presenza costante di tecnici esperti in agricoltura biologica, che non si limitano a controllare gli agricoltori per il rispetto delle norme comunitarie e nazionali, ma li assistono in modo costante nell’annata agraria rispondendo ai loro bisogni ed alle loro esigenze.

Altro scenario di sperimentazione potrà riguardare la certificazione seconda fornita dall’associazione di agricoltori, trasformatori, distributori, tecnici e consumatori che in uno seguono i processi produttivi e garantiscono la rispondenza alle norme biologiche di quei prodotti destinati soprattutto al mercato locale.

L’istituzione del marchio da concedere agli operatori dell’intera filiera agroalimentare iscritti all’albo,  innesca dei meccanismi migliorativi dei diversi settori e delle diverse fasi ancorandoli alla valorizzazione territoriale condivisa fondata sulla tutela dell’ambiente e della salute degli abitanti e dei turisti

 5. Promozione dell’associazione degli agricoltori biologici del Parco

La promozione di associazioni, di cooperative, di organizzazioni di produttori, di associazioni temporanee di scopo, di associazioni temporanee d’imprese, è un elemento strategicamente essenziale per dare agli agricoltori forza contrattuale nel mercato giacché solo attraverso l’associazionismo si possono fronteggiare i mercati nazionali ed esteri, le richieste dell’industria, delle mense pubbliche prescolastiche, scolastiche, sanitarie e rifornire i mercatini bio che sempre più vanno diffondendosi nelle nostre aree, a testimonianza della maggiore sensibilità dei consumatori e dell’accresciuta importanza data all’alimentazione sana.

  1. Promozione dei mercatini biologici locali in tutti i Comuni del Parco

Azione prioritaria per lanciare il biodistretto etneo,  è la promozione graduale dei  mercatini biologici in tutti i Comuni del Parco, partendo dal fatto positivo che esistono  già associazioni di produttori biologici che operano nelle aree interne al Parco e nelle zone limitrofe che hanno dichiarato la loro disponibilità ad organizzare i mercatini biologici all’interno del Parco, come volano per lo sviluppo dell’agricoltura biologica stimolati dal crescente interesse dei consumatori di prodotti a corto raggio, sani e genuini.

Altro elemento incoraggiante è la presenza di produttori che da  soli o in piccoli gruppi, vendono i loro prodotti in mercatini di fortuna, in condizioni igienico-sanitarie inadeguate e con la concorrenza di ambulanti che comprano la loro merce ai mercati ortofrutticoli, spacciandola per prodotti locali.

Questi elementi positivi e l’enorme crescita del consumo critico, responsabile, etico, solidale, che lega i propri consumi all’ambiente, all’agricoltura familiare, alla salute ed alla riscoperta di sapori e saperi tradizionali, lasciano ben sperare per l’espansione di questi mercatini biologici locali che costituiscono il principale mercato per la piccola e media azienda.

  1. CONSIDERAZIONI FINALI

Questo progetto si rifà nelle sue linee essenziali al progetto “Bio regione Etnea” presentato da Aiab Sicilia e Agrisalus Sicilia al Parco dell’Etna agli inizi degli anni novanta in un contesto economico diverso dall’attuale con i settori secondario e terziario in espansione, ma con un’agricoltura siciliana già emarginata dalla concorrenza delle produzioni di massa continentali che invadevano il mercato già globalizzato pilotato dal nascente W.T.O. dell’Uruguay round , dagli accordi N.A.F.T.A. e A.P.E.C.,  ed in crisi per il taglio dei finanziamenti nazionali e regionali che ne avevano sostenuto uno sviluppo inefficiente e clientelare, e di fronte ad una politica agricola comunitaria protesa alla liberalizzazione del mercato ed ancora refrattaria nei confronti dell’agricoltura biologica.

  In questo ventennio abbiamo toccato il fondo della crisi in tutti i settori con nessuna chance di creare occupazione e reddito in agricoltura. L’unica possibilità è data dallo sviluppo dell’agricoltura biologica che valorizza al massimo l’agricoltura, dove la Sicilia vanta posizioni di prestigio in Italia e nel mondo e dove stanno creandosi opportunità di sviluppo produttivo, occupazionale e reddituale. E’ necessario dunque proseguire per i nuovi orizzonti di senso con un’agricoltura che si sviluppi nell’ambito delle due coordinate della tutela dell’ambiente e della salute dei consumatori, segnatamente in quelle aree a ciò vocate come il territorio del Parco dell’Etna, Patrimonio UNESCO dell’Umanità.uva etnasorbe etnaceste mele etna

(da CS Parco Etna e Contributo Alfio Furnari, AIAB)

 

Prosegue l'eruzione sull'Etna, si modifica il teatro eruttivo ma resta il grande spettacolo della natura. Dalla frattura che si è aperta il 5 luglio scorso a quota 3 mila, proprio alla base orientale del cratere di Nord est, il più alto del vulcano siciliano, continua a fuoriuscire un flusso di lava che riesce a percorrere qualche centinaio di metri verso valle, pur restando confinata in alta quota senza creare alcun problema. Due piccoli coni piroclastici sono nati a ridosso della bocca effusiva, e sono cresciuti in queste due settimane di attività a causa del magma espulso con esplosioni continue che si è man mano accumulato fino a creare i due "conetti". Uno dei due però non ha retto la violenza della colata lavica che gli scorreva proprio sotto ed è collassato, creando una sorta di piccola depressione dalla quale continua a fuoriuscire il flusso lavico. Il crollo del conetto non ha modificato l'andamento dell'attività, che va avanti a ritmo sostenuto. Nelle foto di Giò Giusa i due conetti esplosivi fotografati all'alba del 17 luglio, poche ore prima del collasso di uno dei due (quello a sinistra nelle foto). Nella foto in basso, scattata da Salvatore Costanzo la mattina dello stesso giorno, lo scenario eruttivo dopo il crollo del conetto.conetti gio giusa 2cono collassato

Prosegue sull'Etna l'attività della frattura che si è aperta il 5 luglio scorso sul fianco orientale del cratere di Nord Est, il più alto del vulcano siciliano. Dopo vari giorni di condizioni meteo difficili, che hanno impedito una chiara visuale dell'attività, la notte scorsa la situazione è notevolmente migliorata. L'assenza di nubi e la direzione del vento hanno consentito una nitida visione di quanto sta accadendo sul più grande e attivo vulcano d'Europa. Le esplosioni prodotte dalla frattura hanno creato due piccoli coni piroclastici che continuano a crescere per via dell'accumulazione progressiva del magma espulso, mentre la colata lavica si è allungata e ha percorso qualche centinaio di metri. I fenomeni si mantengono comunque ad alta quota, intorno ai tremila metri sul livello del mare e non creano problemi di alcun tipo. Per il momento è solo spettacolo. Foto di Turi Caggegi scattate la notte tra il 15 e il 16 luglio 2014.etna nuova boccaetna nuova boccaetna nuova boccaetna nuova bocca