Ha ripreso vigore nel pomeriggio di oggi l'eruzione dell'Etna con esplosioni e boati. L'attività del vulcano va avanti dal 21 gennaio scorso con fasi alterne e la sola costante della colata lavica nella Valle del Bove, sempre alimentata dalla due bocche che si sono aperte alla base orientale del Nuovo Cratere di Sud Est. Una debole attività stromboliana al Nuovo Cratere di Sud est era stata osservata nei giorni scorsi, ma nel primo pomeriggio di oggi una netta impennata del livello del tremore vulcanico ha dato il segno dell'aumento dell'energia dell'eruzione. Col passare delle ore le esplosioni, sempre al Nuovo Cratere di Sud Est, si sono fatte sempre più frequenti e violente, con ricaduta di lava incandescente sui fianchi del cono, mentre a valle la colata continuava a riversarsi sulla parete occidentale della Valle del Bove. In serata poi l'Etna ha di nuovo rallentato e le esplosioni si sono diradate e indebolite.
Author Archives: Turi Caggegi
Etna, prosegue l’eruzione. Tremore vulcanico in aumento
Anche oggi sull'Etna continua l'eruzione, con una modesta attività stromboliana al Nuovo Cratere di Sud-Est (Nsec) e una colata lavica ancora alimentata. Le esplosioni avvengono ad intervalli di pochi secondi, e in certe occasioni alcune lanciano materiale piroclastico incandescente anche sui fianchi del cratere. La colata di lava, emessa da due bocche effusive aperte alla base orientale del cono del Nsec, continua a riversarsi all'interno della Valle del Bove. In netto aumento il tremore vulcanico, ma ancora a livello medio-basso. Potete seguire l'andamento del tremore in tempo reale accedendo alla sezione Live di iEtna, sia sul sito che sull'App.
Sant’Agata, l’Etna, Catania, Bellini: la magica simbiosi
di Fabio Albanese - Foto di Antonio Parrinello
Catania, l’Etna, Sant’Agata, Bellini. Su quale sia il rapporto stretto che c’è tra una città, il suo vulcano e le sue glorie, sacre e laiche, non c’è nemmeno bisogno di scomodare i Grandi della letteratura, dal viaggiatore Goethe ai “nostri” Pitrè, Verga, Rapisardi, De Roberto. No, perché basta guardare ai luoghi della festa e alle prime immagini che, ogni anno, di questa festa grandiosa - e incredibile per chi non è catanese – scorrono sotto gli occhi, per rendersi conto che ognuno è parte, essenza stessa, dell’altro.
Quando all’alba del 4 febbraio il busto e le reliquie di Sant’Agata lasciano “a cammaredda”, il piccolo rifugio in cui sono custodite tutto l’anno, attraversando la Cattedrale sfiorano sulla sinistra la tomba di Vincenzo Bellini che, sebbene non fosse uno stinco di santo a leggere le cronache dell’epoca, a Sant’Agata consacrava la sua catanesità e la sua fortuna di musicista. E sul busto della Santa c’è uno dei simboli più alti del Genio musicale della città: quella Croce della Legion d’Onore che a Bellini fu assegnata dopo il trionfo de “I puritani”, in una Parigi che l’aveva adottato e che di lì a qualche mese, era il 1835, ne avrebbe celebrato mestamente il funerale. E poco importa se ad Agata quella croce fu donata successivamente dai familiari di Bellini. Lui non ne aveva avuto il tempo, tanto improvvisa e rapida fu la morte.
Poi Sant’Agata si affaccia sul sagrato della Cattedrale, in una piazza Duomo che alle 7 del mattino assomiglia molto a quella di poche ore prima, della “Sira tri”, la sera precedente dei grandiosi fuochi d’artificio: affollata e festante. E, sulla destra, in fondo ad una spettacolare via Etnea, appare Lei, “a muntagna”, l’Etna che quasi sempre di questi giorni è innevata e, di tanto in tanto e come adesso, pure impennacchiata e in eruzione. Pochi gradini, e nel passaggio tra le braccia sollevate dei portatori della “varetta” e quelle rivolte verso il basso del “mastro della vara” e dei suoi collaboratori che prendono in consegna il busto e lo scrigno con le reliquie e li issano sul fercolo, si consuma l’ultimo momento di questo quadrinomio inscindibile: l’abbraccio con Catania, la sua gente, le urla di devozione che a volte diventano di commozione altre di esaltazione altre ancora quasi spaventano.
E’ la festa di Sant’Agata, la festa dei catanesi. Anche di quelli lontani che tornano apposta per questi tre giorni. E di quelli che tornare non possono. O non vogliono. Perché a volte è meglio guardare da lontano questo grande affresco di catanesità. Da qui non si vedono le tante magagne che nessun miracolo, religioso o laico, sembra riuscirà mai a cancellare.
Etna, esplosioni “a sorpresa”. L’eruzione sotto la Luna
Oggi nuove sorprese dall'Etna. L'eruzione che continua dal 21 gennaio scorso ha cambiato per alcune ore il proprio andamento, per poi rientrare nei canoni degli ultimi giorni, con una colata lavica, modesta ma attiva, che fuoriesce dalla bocca effusiva alla base orientale del Nuovo Cratere di Sud Est (Nsec) e si riversa nella Valle del Bove dopo avere percorso circa un chilometro tra la neve delle alte quote. A partire dal primo pomeriggio e fino alle 19, 45 circa si sono verificate esplosioni con emissione di lava e sbuffi di cenere dal Nsec. Poi l'attività stromboliana è cessata, e in serata l'attività è proseguita con la colata lavica ancora alimentata. Un fiume di fuoco che forma curiosi arabeschi sulla neve debolmente illuminata dal primo quarto di luna, velata di nuvole, che tramonta dietro la montagna. Le foto sono state scattate la sera del 4 febbraio 2014 da Turi Caggegi. Le foto sotto l'aggiornamento Ingv sono di Boris Behncke e pubblicate con il gentile permesso dell'autore.
Ingv CT: Aggiornamento Etna, 4 febbraio 2014 ore 21 Gmt
"Al calar della sera del 4 febbraio 2014, stavano continuando le emissioni di cenere dal Nuovo Cratere di Sud-Est (NSEC) dell'Etna segnalate nel precedente aggiornamento. Le emissioni avvenivano in sequenze di 5-10 sbuffi separate da diversi minuti di emissione passiva di vapore. Dopo il tramonto si sono osservati anche getti di materiale incandescente durante le emissioni di cenere, come nella foto a sinistra ripresa in serata da Tremestieri Etneo, sul fianco meridionale del vulcano. I getti hanno raggiunto fino a 100 m sopra l'orlo del cratere; il materiale incandescente è ricaduto nel cratere. Dopo le ore 19:00 GMT (=ore locali -1) sono terminiate le emissioni di cenere e materiale incandescente, mentre stava continuando l'emissione, a basso tasso, di una colata di lava da una bocca posta alla base orientale del cono del NSEC, formando un flusso lungo circa 1 km sulla parete occidentale della Valle del Bove. L'ampiezza media del tremore vulcanico si mantiene su livelli bassi, senza mostrare variazioni di rilievo".
Etna, prosegue l’eruzione. Attiva la colata lavica
Sull'Etna prosegue l'eruzione iniziata il 21 gennaio scorso. Per il momento l'attività si limita a una colata lavica che continua a essere alimentata e si riversa nella Valle del Bove. Ecco l'ultimo aggiornamento pubblicato dall'Ingv di Catania Osservatorio Etneo. La foto sopra è stata scattata intorno all'una della notte del 4 febbraio 2014 da Tremestieri Etneo dal vulcanologo dell'Ingv Boris Behncke. Le foto sotto mostrano l'Etna la mattina del 4 febbraio 2014.
AGGIORNAMENTO ETNA, 3 FEBBRAIO 2014, ORE 21:00 GMT
Dopo diversi giorni di condizioni meteorologiche proibitive, che hanno praticamente reso invisibile l'Etna dal mattino del 30 gennaio fino alla sera del 3 febbraio, un miglioramento delle condizioni di visibilità ha permesso di osservare che l'attività effusiva da una bocca posta alla base orientale del cono del Nuovo Cratere di Sud-Est (NSEC) dell'Etna è tuttora in corso. La colata attiva ha una lunghezza di alcune centinaia di metri, ed è visibile anche dai centri abitati sui versanti meridionale ed occidentale del vulcano; la foto sopra è stata ripresa da Tremestieri Etneo, sul fianco sud dell'Etna. Non si osserva alcuna attività esplosiva al NSEC. Durante un breve intervallo di parziale visibilità nel pomeriggio del 2 febbraio 2014, la colata lavica attiva appariva poco alimentata, formando un piccolo flusso lungo circa 100 m. L'attività in corso è la continuazione dell'episodio eruttivo del NSEC che ha avuto inizio la sera del 21 gennaio 2014 e rappresenta una notevole deviazione dal comportamento del NSEC degli ultimi tre anni. Messo nel contesto dell'attività eruttiva dell'Etna degli ultimi decenni, invece, è una manifestazione eruttiva del tutto normale, simile all'attività effusiva di gennaio-maggio 2001 (sul fianco nord del vecchio cono del Cratere di Sud-Est) ed altri episodi di lunga durata osservati in passato. L'ampiezza media del tremore vulcanico negli ultimi giorni è ulteriormente diminuita, mantenendosi tuttavia al di sopra dei valori normali.
L'aggiornamento sul sito Ingv
Etna, ancora piogge e mareggiate
La zona dell'Etna sferzata da forti e abbondanti piogge e da violente mareggiate. Il ciclone ionico che sta investendo l'Italia è ancora attivo, e resta il livello alto di allarme della Protezione civile regionale per il rischio idrogeologico su tutta la Sicilia. Nell'area etnea molti dei centri abitati che hanno fatto registrare accumuli di precipitazioni molto abbondanti, soprattutto quelli soggetti all'effetto Stau da scirocco: secondo i dati di Meteosicilia, Nicolosi in 36 ore ha accumulato 235 mm, Zafferana 205 in 48 ore, Linguaglossa 160 mm sempre in 48 ore, e via via anche gli altri centri con quantità decrescenti. Molto intense anche le mareggiate che hanno creato problemi e danni sulla costa ionica. La boa di Catania ha registrato onde alte fino a 7,74 metri. Le foto sono state scattate oggi a Riposto.
Etna, tra neve e nuvole
In una breve pausa concessa dal maltempo, l'Etna oggi si è mostrata in tutta la sua bellezza. La neve ha coperto in modo omogeneo le alte quote del vulcano, mettendo in evidenza i segni neri della lava, ancora calda, delle recenti colate. Quasi un'atmosfera incantata. Foto scattate la mattina del 2 febbraio 2014
Etna, allarme meteo per Catania e costa ionica
di Turi Caggegi
E' al livello massimo l'allerta per il rischio idrogeologico in Sicilia, ma in particolare l'allarme è per la zona di Catania e l'area costiera orientale, quella che si affaccia sul mare Ionio. Nelle ultime ore la Protezione civile regionale ha alzato il livello di allarme fino alla preallerta, il massimo previsto. Le piogge portate dallo scirocco stanno investendo soprattutto il versante sud e sud est del vulcano. In particolare, alle 19 si registravano accumuli molto significativi in diversi centri, tra cui Catania, dove in alcune zone erano stati superati i 50 mm ( 50 litri per metro quadro). Quasi a 70 mm le zone di Pedara, Nicolosi, San Giovanni La Punta, Sant'Agata Li Battiati, ma continua a piovere in modo più o meno intenso su tutta l'area etnea. E le previsioni non sono affatto buone: "Ci aspettiamo ancora piogge insistenti almeno fino alle prime ore di domenica - dice Emilio Lo Savio, presidente di Meteosicilia - quindi è bene tenere alto il livello di attenzione e muoversi con cautela perché potrebbero esserci condizioni di rischio sul territorio, in particolare riguardo a ponti, strade, torrenti". La situazione è peggiorata dalla scarsa visibilità dovuta a banchi di nebbia, che in alcuni casi possono ridurre la visibilità a meno di 50 metri. La perturbazione, che porta grandi quantità di aria umida dall'Africa dovrebbe allontanarsi nella serata di domenica. Le temperature relativamente alte impediscono precipitazioni nevose fino ad alta quota. Lo zero termico infatti attualmente supera i 2000 metri. Mare agitato e localmente grosso nella zona etnea: a Catania alle 18,30 si segnalavano onde che sfioravano i sei metri, e il moto ondoso è previsto stabile anche nella prima parte della giornata di domenica.
Etna, l’eruzione verso la fine, colata lavica ancora calda
Sembra avviarsi alla conclusione la prima eruzione dell'Etna del 2014. Iniziata una settimana fa, l'attività eruttiva ed esplosiva del Vulcano, a meno di sorprese, sembra avere le ore contate. Riportiamo a seguire l'aggiornamento pubblicato dall'Ingv di Catania, mentre la foto sopra questo articolo documenta l'incandescenza della colata lavica nella valle del Bove. La foto è stata scattata stasera da Acireale. Le altre, nel corso della giornata da Giarre e Acireale.
AGGIORNAMENTO ETNA, 29 GENNAIO 2014, ORE 12:10 GMT
Durante le ultime 24 ore, si è osservato una graduale ma decisa diminuzione dell'attività eruttiva al Nuovo Cratere di Sud-Est (NSEC) dell'Etna, in eruzione da ormai una settimana. Nella notte, la rete di telecamere di sorveglianza dell'INGV-Osservatorio Etneo ha registrato solo sporadiche e piccole esplosioni stromboliane al NSEC; nelle ultime ore non si osservano anomalie relative ad attività stromboliana nelle immagini delle telecamere termiche sulla Montagnola (EMOT) e a Monte Cagliato (EMCT). E' ancora debolmente alimentata la colata lavica, che esce da due bocche effusive alla base orientale del cono del NSEC, però il flusso attivo si è arrestato a metà dell'altezza della parete occidentale della Valle del Bove, come mostra il frame a sinistra [sopra], registrato da EMCT alle ore 11:57 GMT (=ore locali -1) del 29 gennaio 2014.
L'ampiezza media del tremore vulcanico nelle ultime 24 ore è ulteriormente diminuita, però resta tuttora leggermente elevata rispetto ai valori normali. (Fonte: ct.ingv.it)
Etna, colata lavica e sbuffi di cenere
Quinto giorno di eruzione sull'Etna. Il vulcano continua con la sua attività a intensità medio bassa iniziata giovedì scorso, con piccole esplosioni nel Nuovo Cratere di Sud Est e una lunga colata originata dalle bocche effusive alla base orientale dello stesso cratere che continua a riversare lava nella Valle del Bove. Di tanto in tanto si verificano anche piccoli eventi che pur non modificando il quadro generale, attirano l'attenzione degli studiosi e degli appassionati dell'Etna. Ieri notevoli quantità di cenere sono state emesse dal vulcano e spinte dal vento verso est, mentre stamattina, come testimoniano le foto che corredano questo articolo, alcuni sbuffi di cenere marrone, quindi probabilmente formata da materiale lavico "vecchio", si sono alzati dal Nuovo Cratere di Sud Est. Il forte vento in quota ha spinto la cenere verso i quadranti meridionali.