Monthly Archives: Agosto 2014

Prosegue l?emissione di lava da una bocca effusiva posta a quota 650 m sul versante settentrionale dell?area craterica nord dello Stromboli, che si è aperta il mattino del 7 agosto. Nelle prime ore di questa attività effusiva la lava, dopo aver ricoperto interamente il ?pianoro? a quota 600 m, si è divisa in numerosi bracci, di cui 6 hanno raggiunto il mare. Nella notte fra il 7 e l?8 agosto, l?effusione lavica è diminuita, e nel mattino dell?8 agosto, un solo flusso lavico stava ancora entrando in mare, mentre alcuni piccoli flussi attivi erano in arretramento sull?alto fianco della Sciara del Fuoco, frantumandosi sul ripido pendio e generando frequenti piccole frane. L?ingresso di lava nel mare ha generato quasi continuamente forti interazioni esplosive fra lava e acqua, che generavano getti di vapore, blocchi e cenere alti diverse decine di metri. In serata il flusso lavico verso il mare mostrava una forte diminuzione, e nelle ore notturne è cessato del tutto. Nella mattinata del 9 agosto, stava continuando l?emissione di lava dalla bocca effusiva a quota 650 m, generando una colata lavica con fronti attivi nella parte bassa della Sciara del Fuoco, arrestandosi prima di arrivare alla linea di costa.

Si nota inoltre una forte diminuzione dell?attività esplosiva alle bocche sommitali dello Stromboli, mentre persiste un intenso degassamento dalle medesime bocche.

Fonte: Ingv Catania

A proposito di divieti e limitazioni imposti nella fruizione e nella visita di alcune zone dell'Etna, ecco la lettera aperta che Giuseppe Riggio, dell'associazione Etnaviva, ha scritto alle Autorità. 

Dinanzi a tanti e duraturi provvedimenti di divieto permettetemi di scrivere ancora una volta che l’Etna non si può vietare: appartiene al mondo, è di proprietà di chi la ama, di chi ne osserva i fenomeni strabilianti, ma naturali da secoli.

La nostra “muntagna” è nostra perché i nostri antenati l’hanno lavorata, sudata e modificata pezzo dopo pezzo, dissodando il terreno e costruendo terrazzamenti, spaccando le pietre e costruendo il selciato delle mulattiere.

Per mesi ci hanno proibito di andare nella Valle del Bove  perché dicono che l’Etna è cattiva, minaccia gli escursionisti e incombe sulle popolazioni. Ma in quella Valle sino a non molti anni fa c’era un attrezzato rifugio, su quei pendii i montanari andavano a contendersi il titolo di sciatore più bravo di Sicilia, i pastori vivevano per mesi in anguste capanne. Il rifugio costruito negli anni ’30 in quel posto incantevole non venne distrutto dalle bombe laviche, ma dall’esplosivo piazzato dagli uomini che vollero tentare di deviare il fiume di fuoco nel 1992.

L’Etna è sempre stato il Mongibello, il Mons Gebel, la montagna-montagna, ma mai la “montagna proibita”. Nel Medioevo la consideravano la “porta dell’Inferno”, ma già nel 1493 – mentre Colombo scopriva l’America- Pietro Bembo abbandonava per qualche giorno i suoi studi di greco antico a Messina per scalare l’Etna, per andare a soddisfare – così scriveva- “la “sete di conoscenza”.

Oggi non si può più osservare il vulcano, occorre stare lontani – abitanti e turisti- da quei fuochi che evidentemente sono tornati ad essere le fonti del Male, la minaccia per l’Umanità. Ma allora c’è qualcosa che non capisco: solo un anno fa ci avevano detto che l’Etna, la nostra “Muntagna”, era stata inserita nella lista dei beni appartenenti al Patrimonio mondiale. Tutti a far festa, tutti pronti ad invitare gli abitanti del Mondo a visitare il loro pezzo di patrimonio comune che si trova proprio qui da noi, in terra sicula. E invece no, invece di allestire comitati di benvenuto le Autorità hanno pensato bene di firmare ordinanze. Sempre più severe. “Extra homnes” hanno scritto, via dal conclave etneo, via abitanti e visitatori! Sino a rischiare il ridicolo: ma come? E’ un bene che appartiene al Mondo ed il Mondo non può osservarlo se non via internet?

Dicono che la montagna deve essere proibita per il nostro bene, come se fossimo tutti bambini bisognosi di cure e di attenzioni, incapaci di confrontarci con la dura realtà.  Sino alla scorsa settimana non potevano accompagnare i clienti oltre  quota 2900  neanche i montanari con il patentino. Neanche le guide abilitate potevano mostrare lo spettacolo più bello del vulcano. Eppure – viene da pensare – se è attesa una tempesta meteo nessuno mi vieta di uscire da casa; se il mare è agitato sventola la bandiera rossa ma nessun vigile mi denuncia se faccio un tuffo. E allora perché la montagna deve essere proibita? Dicono perché c’è stata una frana, un grande crollo. Ma è successo l'11 febbraio 2014, sono trascorsi  - più o meno- 170 giorni ed il vulcano ha continuato la sua normale attività da vulcano, fra boati e colate, ma grandi frane nemmeno una. E poi a pensarci bene sulle Dolomiti i crolli dei vetusti e bellissimi pinnacoli sono all’ordine del giorno, e nessuno si allarma, anzi se possibile si mette tutto presto a tacere. Del resto i compatrioti trentini o veneti sanno bene che alla natura spetta fare il suo corso. L’uomo è solo un intruso, che entra nel mondo delle montagne (ma vale anche per il mare o per le distese desertiche) cosciente di essere penetrato in un territorio che appartiene al selvaggio, alle forze primordiali all’interno delle quali noi possiamo solo destreggiarci nella consapevolezza dei nostri limiti e dei rischi che corriamo.

Non esiste Autorità capace di fermare il fulmine o la tempesta marina, ma neanche la colata del vulcano. Nessun governo può impedire del tutto gli incidenti che continueranno ad accadere all’uomo all’interno dell’ambiente naturale che lo ospita o che si trova a visitare.

Ci sono volute le associazioni per  fare revocare l'ordinanza che vietava in maniera ormai ingiustificata la valle del Bove, c'è voluta la caparbietà di alcune guide per ricordare che sono proprio loro i primi custodi della sicurezza in montagna. Il dialogo è iniziato. Speriamo che continui sul piano della ragionevolezza, tenendo presente che la questione fruizione dell'Etna ha numerosi e delicati risvolti.

In fondo, signori delle Autorità, la soluzione non è poi così difficile:   raccomandate prudenza, affiggete avvisi ed informate i cittadini dei rischi che corrono nel percorrere i fianchi del vulcano, consigliate loro di rivolgersi a chi la montagna la conosce, segnalate i sentieri, aggiornate frequentemente i bollettini di pericolosità della nostra Muntagna, ma per favore lasciate che il Mondo apprezzi e goda liberamente dell’Etna e delle sue attività.

Giuseppe Riggio

Foto di Turi Caggegi Agosto 2014

Turisti EtnaEtna esplosioneTuristi Etna

A seguito del pienone di adesioni per il primo appuntamento dell'iniziativa "Tra ... Monti e fuoco nel Parco", che prevede sabato 9 agosto una escursione guidata dal personale dell'ente in prossimità dell'attuale eruzione, attraverso il sentiero che conduce in contrada Serracozzo - in luoghi di grande fascino e interesse per gli amanti della natura e della fotografia - per andare incontro alle tantissime richieste degli appassionati che non riusciranno a partecipare domani sera il Parco dell'Etna ha deciso di fissare cinque nuove date (mercoledì 13, sabato 16, lunedì 18, mercoledì 20 e sabato 23 agosto) e ha iniziato a raccogliere le prenotazioni.

Così come previsto per l'appuntamento di domani, anche per le altre date la partenza avverrà dal Rifugio Citelli, con inizio alle ore 17.30 e conclusione presunta alle ore 22.00. La quota di partecipazione è fissata in 10 euro; le prenotazioni potranno essere effettuate telefonando ai numeri 095 821240/245/211.

Allo scopo di avvicinare il maggior numero di giovani alla fruizione responsabile del vulcano, per i ragazzi fino a 14 anni accompagnati da un adulto l'escursione è gratuita.

Ai partecipanti si consiglia di indossare un abbigliamento da trekking, di portare una bottiglietta d'acqua, una colazione a sacco, una torcia ed una macchina fotografica.

CS Parco dell'Etna, 8 agosto 2014Etna eruzione turi caggegietna eruzioneetna serracozzo

Nella giornata del 6 agosto 2014, verso le ore 12:30 GMT (14:30 locali), è cominciato un nuovo trabocco lavico dalla terrazza craterica dello Stromboli, prendendo lo stesso percorso dei trabocchi precedenti di giugno-luglio 2014, nella parte centrale della Sciara del Fuoco. L'inizio dell'attività effusiva è stato accompagnato da una serie di grandi frane di materiale caldo, che hanno rapidamente raggiunto la linea di costa, espandendosi orizzontalmente sulla superficie del mare per alcune decine di metri, come visibile nell'immagine a sinistra, della telecamera termica (SCT) posta a quota 190 m sull'orlo settentrionale della Sciara del Fuoco. L'emissione di lava e la discesa di colate è avvenuta in maniera pulsante, con diversi flussi lavici successivi, che infine hanno raggiunto la linea di costa. Questa attività effusiva è continuata durante la notte e le prime ore del 7 agosto.

Alle ore 05:16 GMT del 7 agosto, ha avuto inizio un secondo, abbondante trabocco lavico dall'area craterica nord della terrazza craterica, che ha rapidamente coperto l'intero "pianoro" a quota 600 m, per poi riversarsi sulla Sciara del Fuoco formando un ampio campo lavico.

In breve tempo, la lava è scesa in diversi bracci lavici verso la costa, accompagnata da numerose frane. L'immagine a sinistra, ripresa dalla telecamera SCT alle ore 06:23 GMT del 7 agosto, mostra tre flussi lavici che entrano nel mare, mentre due altri, in primo piano, stanno per raggiungere la linea di costa.

Questo nuovo episodio effusivo, il più significativo degli ultimi anni, è stato preceduto da diversi trabocchi lavici nella seconda metà di giugno e nelle prime tre settimane di luglio.

Fonte: Ingv Catania

Il Vulcano delle sorprese: oltre a essere quello più grande e attivo d'Europa e il secondo più attivo al mondo dopo il Kilauea (Hawaii), l'Etna potrebbe forse essere definito il più vario e sorprendente per la grande gamma di attività vulcanica che lo contraddistingue. Ne è prova la novità del giorno: una ulteriore piccola bocca sembra essersi aperta questa mattina pochi metri a monte della bocca esplosiva nata il 25 luglio scorso, a sua volta spuntata a nord est delle bocche esplosive ed effusive che si sono aperte il 5 luglio alla base orientale del cratere di Nord Est, il più alto dell'Etna, e che hanno originato l'eruzione e la colata lavica ancora in corso. I centri eruttivi dell'attuale fase sembrano dunque spostarsi verso monte. Per fortuna sono tutti al di sopra dei tremila metri di quota e non creano problemi di alcun tipo, anche perché si tratta - come spiegano gli esperti - di una eruzione a bassa energia. Anzi, complice l'estate, l'eruzione ha costituito una grande fonte di attrazione turistica grazie anche alle continue e spettacolari esplosioni che si susseguono al ritmo di circa 20 al minuto, spesso accompagnate da forti boati, udibili anche a decine di chilometri di distanza soprattutto sul versante est e nord est del vulcano siciliano.

La "nuova piccola bocca" di oggi sarebbe nata poco prima delle 10, come testimoniano le foto scattate da Francesco Mangiaglia che pubblichiamo a corredo di questo articolo, ma continuiamo a usare il condizionale poiché a causa della copertura nuvolosa compatta alle alte quote dell'Etna, non è stato possibile fare ulteriori verifiche neanche da parte degli esperti dell'Ingv di Catania. In sostanza non è stato possibile capire se le esplosioni evidenti nelle foto proprio a ridosso della parte occidentale della bocca esplosiva del 25 luglio, siano proseguite e che tipo di evoluzione abbia subìto lo scenario eruttivo.

L'ultima foto in basso (scattata da Turi Caggegi) rappresenta proprio lo scenario eruttivo alle 8,22 dell'1 agosto, quando ancora non c'erano tracce della nuova presunta bocca.

Intanto il livello del tremore vulcanico si mantiene più alto del normale, ma di certo ormai l'Etna sembra davvero essere diventato il vulcano più vario, eclettico e sorprendente del mondo.

Aggiornamento: Ecco il comunicato Ingv
etna nuova bocca bocche etna 1 ago 14

 

Nella tarda mattinata del 1 agosto 2014, come riferito da fonti attendibili non INGV-OE, si sono osservate ripetute emissioni di cenere molto diluita da un punto ubicato nella parte occidentale del conetto formatosi negli ultimi giorni intorno alla bocca eruttiva del 25 luglio 2014, come mostra la foto a sinistra (pubblicata con gentile permesso dell'autore Francesco Mangiaglia). La medesima bocca sta anche continuando a produrre l'intensa attività stromboliana senza significative variazioni, ed ha ripreso ad emettere una piccola colata di lava in direzione delle bocche del 5 luglio, che anch'esse continuano ad emettere lava verso la Valle del Leone.

L'ampiezza del tremore vulcanico nelle ultime 24 ore non ha mostrato variazioni significative.

Fonte: Ingv Catania

Nella tarda mattinata del 1 agosto 2014, come riferito da fonti attendibili, si sono osservate ripetute emissioni di cenere molto diluita da un punto ubicato nella parte occidentale del conetto formatosi negli ultimi giorni intorno alla bocca eruttiva del 25 luglio 2014, come mostra la foto a sinistra (pubblicata con gentile permesso dell'autore Francesco Mangiaglia). La medesima bocca sta anche continuando a produrre l'intensa attività stromboliana senza significative variazioni, ed ha ripreso ad emettere una piccola colata di lava in direzione delle bocche del 5 luglio, che anch'esse continuano ad emettere lava verso la Valle del Leone.

L'ampiezza del tremore vulcanico nelle ultime 24 ore non ha mostrato variazioni significative.

Fonte: Ingv Catania

Sessantaquattro chilometri di corsa tra sciare e lapilli, dai 1800 ai tremila metri di quota per un dislivello complessivo di oltre tremila metri. E’ la Etnatrail, gara di ultratrail che vanta numerosi record: è l’unica in Europa che si svolge su un vulcano attivo (e attualmente in eruzione), la prima nel Sud Italia, la ultratrail alle quote più alte del Mediterraneo. Si tratta di una delle più spettacolari, ma anche più difficili gare di ultratrail del panorama agonistico dell’anno, eppure alla prima edizione, che prende il via sabato 2 agosto a Etna Nord, si sono iscritti quasi quattrocento atleti provenienti da nove Paesi, tra cui Usa, Canada e Iran.

La gara fa parte del circuito ufficiale ecotrail Sicilia e ha ottenuto il riconoscimento di competizione valida per l’acquisizione di due dei sette punti necessari per l’iscrizione alla prestigiosa Ultratrail del Monte Bianco.

Sveglia prima dell’alba per i corridori: la partenza è infatti fissata alle 5,30 da Piano Provenzana, e si prevede una durata di circa 10 ore. Il percorso si snoda tra il deserto vulcanico della zona sommitale dell’Etna, i dicchi e il belvedere di Serracozzo sulla maestosa Valle del Bove, i boschi di betulle del Rifugio Citelli, la pineta Ragabo con il suo secolare “Zappinazzo”, la faggeta di Timparossa, la grotta dei Lamponi, Monte Nero con gli hornitos dell’eruzione 2002, e con un passaggio a breve distanza dalle attuali bocche eruttive aperte sotto il cratere di Nord Est.

Un grande spettacolo a cui potranno assistere anche i più pantofolai amanti del vulcano, ma assieme alla massacrante 64km, gli organizzatori di Etnatrail Asd di Linguaglossa, hanno previsto altri percorsi meno impegnativi ma altrettanto fascinosi: una gara di “appena” 24 km (sempre valevole per il circuito ecotrail Sicilia) e una non competitiva da 16 km per chi preferisce fare una passeggiata salutare ad alta quota senza l’ansia del risultato.

“Il nostro obiettivo – dice Carmelo Santoro, presidente dell’associazione Etnatrail – è far diventare questa manifestazione un evento di riferimento in ambito europeo, per promuovere l’Etna anche come territorio turistico sportivo d’eccellenza a livello internazionale. I numeri di questa prima edizione dimostrano che il potenziale è enorme”.

Per ulteriori info: www.etnatrail.itetna trail dislivelloetna etna etna in eruzione etna eruzione