Monthly Archives: Luglio 2014

L'eruzione subterminale sul fianco orientale del Cratere di Nord-Est (NEC) dell'Etna, che è in corso dal 5 luglio 2014, sta continuando senza significative variazioni. Il teatro eruttivo è caratterizzato da intensa attività stromboliana dalla bocca apertasi a quota 3100 m circa il 25 luglio, che per alcuni giorni ha anche emesso una piccola colata di lava, e l'emissione di colate di lava dalla zona delle prime due bocche eruttive apertesi il 5 luglio, dove invece l'attività esplosiva è fortemente diminuita.

Le esplosioni stromboliane stanno avvenendo ad intervalli di circa 2-5 secondi, e sono spesso accompagnate da visibili onde di compressione ("flashing arcs") e boati udibili fino a qualche decina di chilometri di distanza, soprattutto nei settori orientale e nord-orientale del vulcano. Come già osservato in altre occasioni (p.es. durante l'episodio parossistico del Nuovo Cratere di Sud-Est del 14-16 dicembre 2013), i boati sono il risultato dell'esplosione di bolle di lava all'interno della bocca eruttiva. I lanci di bombe e scorie vulcaniche raggiungono talvolta altezze di 200 m, e il raggio di ricaduta di questo materiale intorno alla bocca è di diverse centinaia di metri. Raramente le esplosioni sono accompagnate da piccoli sbuffi di cenere. Le colate laviche, che la settimana scorsa avevano raggiunto lunghezze fino a 1.8 km circa (arrestandosi sulla "sella" fra Valle del Leone e Valle del Bove), negli ultimi giorni si sono sovrapposte a quelle precedenti, con fronti attivi a meno di 1 km di distanza dalle bocche effusive. In generale, si tratta di un'attività eruttiva dalle proporzioni piuttosto modeste, ed interamente confinata alla zona sommitale.

L'ampiezza del tremore vulcanico, che contemporaneamente con l'apertura della bocca eruttiva del 25 luglio aveva mostrato un graduale incremento, si mantiene su un livello superiore a quello normale.

Fonte: Ingv Catania

L'eruzione subterminale sul fianco orientale del Cratere di Nord-Est (NEC) dell'Etna, che è in corso dal 5 luglio 2014, sta continuando senza significative variazioni. Il teatro eruttivo è caratterizzato da intensa attività stromboliana da una sola bocca (quella apertasi a quota 3100 m circa il 25 luglio), che per alcuni giorni ha anche emesso una piccola colata di lava, e l'emissione di colate di lava dalla zona delle prime due bocche eruttive apertesi il 5 luglio, dove invece è cessata quasi completamente l'attività esplosiva.

Le esplosioni stromboliane stanno avvenendo ad un ritmo di una ogni 2-5 secondi, spesso accompagnate da visibili onde di compressione ("flashing arcs") e boati udibili fino a qualche decina di chilometri di distanza, soprattutto nei settori orientale e nord-orientale del vulcano. Come già osservato in altre occasioni (p.es. durante l'episodio parossistico del Nuovo Cratere di Sud-Est del 14-16 dicembre 2013), i boati sono il risultato dell'esplosione di bolle di lava all'interno della bocca eruttiva. I lanci di bombe e scorie vulcaniche raggiungono talvolta altezze di 200 m, e il raggio di ricaduta di questo materiale intorno alla bocca è di diverse centinaia di metri. Raramente le esplosioni sono accompagnate da piccoli sbuffi di cenere. Le colate laviche, che la settimana scorsa avevano raggiunto lunghezze fino a 1.8 km circa (arrestandosi sulla "sella" fra Valle del Leone e Valle del Bove), negli ultimi giorni si sono sovrapposte a quelle precedenti, con fronti attivi a meno di 1 km di distanza dalle bocche effusive. In generale, si tratta di un'attività dalle proporzioni piuttosto modeste, ed interamente confinata alla zona sommitale.

L'ampiezza del tremore vulcanico, che contemporaneamente con l'apertura della bocca eruttiva del 25 luglio aveva mostrato un graduale incremento, si mantiene su un livello superiore a quello normale.

Fonte: Ingv Catania

Con una conferenza ed una mostra mercato di prodotti agricoli e artigianali della zona, ha mosso i primi passi il "Bio distretto etneo", una iniziativa voluta dall'Ente Parco dell'Etna, dall'AIAB (Associazione Italiana per l'Agricoltura Biologica), dall'associazione "a fera bio" e da altri organismi di settore, finalizzata alla costituzione, in collaborazione con i Comuni, la Camera di commercio, le imprese ed i consumatori, di un soggetto giuridico in grado di valorizzare le produzioni locali e la rete di operatori economici del territorio presenti attorno al vulcano.

Il progetto è stato illustrato ai numerosi presenti da Alfio Furnari, Presidente dell'AIAB Sicilia, il quale si è soffermato sulla necessità che si rafforzi la cultura delle produzioni e del consumo biologico legandola alla collaborazione sinergica tra gli operatori, anche di settori diversi da quello agroalimentare, e gli enti pubblici.

Vincenzo Viezoli, presidente della Federazione AIAB, in tal senso, ha ricordato le esperienze compiute in altre regioni, soprattutto in relazione alla elaborazione del Piano di Sviluppo Rurale, attraverso la consultazione permanente degli agricoltori interessati ed il sostegno pubblico e comunitario ai modelli di coltivazione sostenibili.

Gianni Cavinato, dirigente di Agrisalus-ACU, nel suo intervento, si è richiamato al legame esistente tra il concetto di salute ed il concetto di paesaggio, ricordando l'importanza di incentivare il consumo di prodotti a chilometro zero, di stagione e del territorio in cui si vive, così da contribuire alla riduzione degli effetti negativi sulla salute derivanti dall'uso di prodotti anticrittogamici e per la lunga conservazione. "Mangiare sano-ha detto in proposito Cavinato-serve persino a contenere il costo delle spese sanitarie, perché contribuisce a ridurre il rischio di patologie anche gravi".

Rosa Spampinato, dirigente dell'Ente Parco dell'Etna, ha affrontato, tra gli altri, il tema del rapporto uomo-cibo, ricordando l'esigenza di contemperare l'economicità delle produzioni con la qualità biologica delle stesse, senza trascurare la tipologia delle aziende dell'Etna, per lo più di piccole dimensioni, ed il territorio, in continua trasformazione, per via dell'attività del vulcano.

Particolarmente significativo è stato l'intervento della Presidente dell'Ente Parco dell'Etna, la quale ha tenuto a sottolineare la disponibilità dell'organismo che presiede in direzione della realizzazione di tutte quelle azioni che si dovessero rendere necessarie per favorire il consolidamento di un'economia sostenibile nel territorio di pertinenza. "L'Ente Parco dell'Etna-ha detto, tra l'altro, Marisa Mazzaglia-nell'esprimere il proprio compiacimento per la riuscita della manifestazione e per la qualificata partecipazione di espositori, tecnici e produttori, compirà tutti quegli interventi che saranno necessari a ricordare l'Etna non solo per la maestosità del vulcano ma anche per la qualificazione delle produzioni locali".

Importanti sono state, inoltre, le presenze e gli interventi dei sindaci di Ragalna, Salvatore Chisari, di Nicolosi, Nino Borzi, del componente dell'Esecutivo dell'Ente Parco, Salvo Furnari, che hanno anticipato la loro piena disponibilità a supporto della nascita del "Bio-distretto dell'Etna", come hanno confermato, sia pure informalmente, anche i  numerosi consiglieri dei comuni dell'area presenti all'evento.

Al dibattito, che ha seguito la conferenza di presentazione dell'iniziativa, sono intervenuti anche numerosi operatori interessati alla creazione di forme sinergiche di collaborazione intersettoriale. Tra questi, significativi sono stati quello di Salvo Cacciola, incentrato sull'agricoltura sociale, di Riccardo Loiacono, che ha ricordato l'importanza del mangiar sano, di Salvo Coco, medico omeopata, di Francesco Ancona, di Agrinova, dell'avv. Mancuso, dell'avv. Gigi Savoca, del prof. Paolo Guarnaccia e di Quintilio Menicocci, uno dei produttori più  attivi nella zona.

Particolare successo ha avuto, infine, la mostra mercato di prodotti dell'agricoltura biologica e dell'artigianato locale, organizzata dall'Associazione "a fera bio", alla quale hanno partecipato diversi espositori ed un numerosissimo ed interessatissimo pubblico.

I prossimi appuntamenti con la mostra mercato ed il "Bio-distretto", sempre presso la sede dell'Ente Parco dell'Etna, sono già programmati per 31 agosto e per il 28 settembre, a partire dalle ore 18,30.

CS Parco dell'Etnabio parco dell'etnafragolina bosco etnalimoni etnamela cirino etnamelograno etna

 

Bio Distretto Etneo, un appuntamento da non perdere: Il primo evento è fissato per domenica 27 luglio, alle 17,30, presso la bellissima e fresca sede dell'Ente Parco dell'Etna, in via del Convento 45, a Nicolosi.Bio al Parco

Su iniziativa dell'Ente Parco dell'Etna e dell'Associazione Italiana per l'Agricoltura Biologica (AIAB), prende forma il "Bio-distretto etneo", con il duplice obiettivo di sostenere e valorizzare le produzioni biologiche presenti nel territorio, ma anche di fare rete, oltre che tra e con gli produttori del settore, anche con associazioni, operatori turistici, aziende di trasformazione e consumatori che condividono il modello biologico di produzione e di consumo.

"Spingere verso il consumo di cibi genuini e promuovere l'agricoltura biologica-ha dichiarato il merito la Presidente dell'Ente Parco dell'Etna, Marisa Mazzaglia- rappresenta un modo diretto per sostenerne le produzioni, ma anche per formare una cultura di tutela e di rispetto dell'ambiente, certamente utile all'economia dell'area in questione la quale, in attuazione a delle precise prescrizioni di legge, è sottoposta ad una serie di disposizioni che ne garantiscono il regolare sviluppo".

Secondo le intenzioni dell'AIAB, il "Bio-distretto etneo", una volta messo a regime, dovrà essere in grado di svolgere un'azione divulgativa da realizzare in collaborazione con i comuni interessati, dovrà promuovere azioni informative e formative, rivolte ai produttori ai consumatori ed agli studenti, oltre che a tutti gli operatori economici del settore della trasformazione agricola e del turismo ed agli amministratori locali della zona.

Il primo appuntamento per gli interessati è fissato per domenica 27 luglio, alle ore 17,30, presso la sede dell'Ente Parco dell'Etna, in via del Convento 45, a Nicolosi. A parlare dell'iniziativa e ad illustrarne gli obiettivi saranno la Presidente dell'Ente, Marisa Mazzaglia, il Presidente della Federazione AIAB, Vincenzo Vizioli, Gianni Cavinato, dell'Agrisalus, Giuseppe Orefice, della Rete Internazionale Biodistretti, Rosa Spampinato, Dirigente agronomo dell'Ente Parco dell'Etna, Alfio Furnari, Presidente dell'AIAB Sicilia, al quale è stato anche affidato il coordinamento dell'incontro.

Nella stessa giornata, negli spazi esterni all'ex Monastero Benedettino, attuale sede dell'Ente,  a cura dell'Associazione "a fera bio", si terrà un mercatino di prodotti biologici, il quale resterà aperto dalle ore 18,30 alle 22,30 e sarà replicato domenica 31 agosto ed il 28 settembre, sempre dalle 18,30 alle 22,30. Nell'ambito di questi appuntamenti, oltre alle produzioni biologiche locali i visitatori potranno assistere a momenti di intrattenimento, partecipare a degustazioni, a dimostrazioni di yoga, acquistare prodotti dell'artigianato creativo, mentre per i più piccini sono previsti "giochi e racconti sotto l'albero".pere facci bedda etna

BIO DISTRETTO AIAB ETNEO

  1. OBIETTIVI

 Obiettivo  del  Biodistretto Aiab Etneo è la valorizzazione condivisa delle risorse naturali paesaggistiche e produttive del Territorio del Parco dell’Etna.

Il Biodistretto nasce con un accordo tra agricoltori, cittadini, operatori turistici ed associazioni che condividono il modello biologico di produzione e di consumo.

La spinta propulsiva viene dagli agricoltori etnei che cercano mercati nazionali, esteri e locali che sappiano apprezzare le loro produzioni, dai cittadini interessati a consumare cibo sano genuino locale che protegga l’ambiente  e, infine, dagli operatori  che intendono qualificare l’offerta turistica con il turismo ecologico, rurale ed enogastronomico.

Queste istanze vengono sponsorizzate da un Partenariato tra Pubblico e Privato per un programma di interventi che prevede le seguenti fasi:

  1. FASI E SETTORI DEL PROGETTO

  1. Analisi economico-energetica dell’agricoltura del Parco

Il progetto prevede il censimento delle aziende agricole ubicate nel perimetro del Parco ed una indagine campionaria aziendale e settoriale economico-energetica al fine della individuazione delle aziende biologiche vitali nei principali comparti produttivi.

  1. Centri di formazione professionale ed assistenza tecnica degli agricoltori

L’azione prevede la formazione professionale partecipativa degli agricoltori alle tecniche delle diversificate forme di agricoltura naturale e l’assistenza tecnica da Enti, come Aiab che abbiano esperienze e know-how in aziende e settori bio.

  1. Aziende pilota

La formazione professionale partecipativa si esprime in una nuova concezione della ricerca, sperimentazione ed innovazione che vede gli agricoltori delle aziende rappresentative dei diversi settori produttivi e delle diverse specifiche condizioni pedoclimatiche e morfologiche – assistiti da tecnici e ricercatori - partecipare da protagonisti, con le loro esperienze ed i loro saperi, alle attività di ricerca del miglioramento genetico che si svolgeranno nelle loro aziende e non nelle stazioni sperimentali o nei laboratori scientifici, ed i cui risultati verranno da loro stessi monitorati discussi e valutati . Anche la fase finale dell’innovazione risponde a due nuovi criteri: il primo è che la validità della ricerca non deve tener conto solo della estensibilità nel territorio del Parco dei risultati  ma  essa deve anche prevedere la loro durabilità nel tempo; il secondo è che il miglioramento genetico partecipativo delle varietà esistenti o l’introduzione di nuove varietà devono essere rispondenti alle caratteristiche dell’ambiente etneo e non devono modificarlo. Il territorio etneo deve divenire quindi un bazar della ricerca gestito dagli agricoltori e non un santuario dove officiano gli unti del Signore

  1. Marchio collettivo di garanzia biologica del Parco e istituzione dell’Albo dei produttori

Promuovere e curare il marchio collettivo di garanzia biologica e concederlo all’istituendo albo degli agricoltori, dei trasformatori, dei ristoratori, dei negozi del Parco, risulta oggi molto semplificato per la presenza nell’area di enti terzi di controllo e certificazione che possono assumersene il compito relativo.

Il biodistretto etneo può altresì superare la certificazione aziendale terza della singola azienda, introducendo la certificazione unica dell’intero gruppo territoriale  che offre, oltre alla riduzione dei costi di certificazione, una maggiore garanzia per la presenza costante di tecnici esperti in agricoltura biologica, che non si limitano a controllare gli agricoltori per il rispetto delle norme comunitarie e nazionali, ma li assistono in modo costante nell’annata agraria rispondendo ai loro bisogni ed alle loro esigenze.

Altro scenario di sperimentazione potrà riguardare la certificazione seconda fornita dall’associazione di agricoltori, trasformatori, distributori, tecnici e consumatori che in uno seguono i processi produttivi e garantiscono la rispondenza alle norme biologiche di quei prodotti destinati soprattutto al mercato locale.

L’istituzione del marchio da concedere agli operatori dell’intera filiera agroalimentare iscritti all’albo,  innesca dei meccanismi migliorativi dei diversi settori e delle diverse fasi ancorandoli alla valorizzazione territoriale condivisa fondata sulla tutela dell’ambiente e della salute degli abitanti e dei turisti

 5. Promozione dell’associazione degli agricoltori biologici del Parco

La promozione di associazioni, di cooperative, di organizzazioni di produttori, di associazioni temporanee di scopo, di associazioni temporanee d’imprese, è un elemento strategicamente essenziale per dare agli agricoltori forza contrattuale nel mercato giacché solo attraverso l’associazionismo si possono fronteggiare i mercati nazionali ed esteri, le richieste dell’industria, delle mense pubbliche prescolastiche, scolastiche, sanitarie e rifornire i mercatini bio che sempre più vanno diffondendosi nelle nostre aree, a testimonianza della maggiore sensibilità dei consumatori e dell’accresciuta importanza data all’alimentazione sana.

  1. Promozione dei mercatini biologici locali in tutti i Comuni del Parco

Azione prioritaria per lanciare il biodistretto etneo,  è la promozione graduale dei  mercatini biologici in tutti i Comuni del Parco, partendo dal fatto positivo che esistono  già associazioni di produttori biologici che operano nelle aree interne al Parco e nelle zone limitrofe che hanno dichiarato la loro disponibilità ad organizzare i mercatini biologici all’interno del Parco, come volano per lo sviluppo dell’agricoltura biologica stimolati dal crescente interesse dei consumatori di prodotti a corto raggio, sani e genuini.

Altro elemento incoraggiante è la presenza di produttori che da  soli o in piccoli gruppi, vendono i loro prodotti in mercatini di fortuna, in condizioni igienico-sanitarie inadeguate e con la concorrenza di ambulanti che comprano la loro merce ai mercati ortofrutticoli, spacciandola per prodotti locali.

Questi elementi positivi e l’enorme crescita del consumo critico, responsabile, etico, solidale, che lega i propri consumi all’ambiente, all’agricoltura familiare, alla salute ed alla riscoperta di sapori e saperi tradizionali, lasciano ben sperare per l’espansione di questi mercatini biologici locali che costituiscono il principale mercato per la piccola e media azienda.

  1. CONSIDERAZIONI FINALI

Questo progetto si rifà nelle sue linee essenziali al progetto “Bio regione Etnea” presentato da Aiab Sicilia e Agrisalus Sicilia al Parco dell’Etna agli inizi degli anni novanta in un contesto economico diverso dall’attuale con i settori secondario e terziario in espansione, ma con un’agricoltura siciliana già emarginata dalla concorrenza delle produzioni di massa continentali che invadevano il mercato già globalizzato pilotato dal nascente W.T.O. dell’Uruguay round , dagli accordi N.A.F.T.A. e A.P.E.C.,  ed in crisi per il taglio dei finanziamenti nazionali e regionali che ne avevano sostenuto uno sviluppo inefficiente e clientelare, e di fronte ad una politica agricola comunitaria protesa alla liberalizzazione del mercato ed ancora refrattaria nei confronti dell’agricoltura biologica.

  In questo ventennio abbiamo toccato il fondo della crisi in tutti i settori con nessuna chance di creare occupazione e reddito in agricoltura. L’unica possibilità è data dallo sviluppo dell’agricoltura biologica che valorizza al massimo l’agricoltura, dove la Sicilia vanta posizioni di prestigio in Italia e nel mondo e dove stanno creandosi opportunità di sviluppo produttivo, occupazionale e reddituale. E’ necessario dunque proseguire per i nuovi orizzonti di senso con un’agricoltura che si sviluppi nell’ambito delle due coordinate della tutela dell’ambiente e della salute dei consumatori, segnatamente in quelle aree a ciò vocate come il territorio del Parco dell’Etna, Patrimonio UNESCO dell’Umanità.uva etnasorbe etnaceste mele etna

(da CS Parco Etna e Contributo Alfio Furnari, AIAB)

 

Nella mattinata del 25 luglio 2014, verso le ore 09:14 GMT (=ore locali -2), si è aperta una nuova bocca eruttiva nei pressi della fessura eruttiva già in attività dal 5 luglio, sul versante orientale del cono del Cratere di Nord-Est (vedi l'aggiornamento dell'11 luglio 2014). La nuova bocca si trova ad una distanza di circa 150-200 m a nord rispetto a quelle del 5 luglio, ed è fonte di esplosioni stromboliane, accompagnate a volte da modeste quantità di cenere vulcanica, come mostra l'immagine qui a sinistra, ripresa da Benito Morabito. Il fenomeno è stato osservato da personale INGV-Osservatorio Etneo presente sul terreno, ed è stato anche documentato nelle immagini della telecamera termica di Monte Cagliato (EMCT). Al momento (ore 12:30 GMT del 25 luglio) non c'è evidenza di emissione di lava dalla nuova bocca; continua invece ancora l'attività esplosiva ad una delle due bocche esplosive formatesi il 5 luglio, e l'emissione di lava dalla medesima bocca.

Negli ultimi giorni sono state inoltre osservate sporadiche emissioni di gas caldo, raramente miste con piccole quantità di cenere vulcanica, dal Nuovo Cratere di Sud-Est (NSEC). Alcune di queste emissioni hanno generato piccole anomalie nelle immagini della telecamera termica sulla Montagnola (EMOT).

Fonte: Ingv Catania

Prosegue l'eruzione sull'Etna, si modifica il teatro eruttivo ma resta il grande spettacolo della natura. Dalla frattura che si è aperta il 5 luglio scorso a quota 3 mila, proprio alla base orientale del cratere di Nord est, il più alto del vulcano siciliano, continua a fuoriuscire un flusso di lava che riesce a percorrere qualche centinaio di metri verso valle, pur restando confinata in alta quota senza creare alcun problema. Due piccoli coni piroclastici sono nati a ridosso della bocca effusiva, e sono cresciuti in queste due settimane di attività a causa del magma espulso con esplosioni continue che si è man mano accumulato fino a creare i due "conetti". Uno dei due però non ha retto la violenza della colata lavica che gli scorreva proprio sotto ed è collassato, creando una sorta di piccola depressione dalla quale continua a fuoriuscire il flusso lavico. Il crollo del conetto non ha modificato l'andamento dell'attività, che va avanti a ritmo sostenuto. Nelle foto di Giò Giusa i due conetti esplosivi fotografati all'alba del 17 luglio, poche ore prima del collasso di uno dei due (quello a sinistra nelle foto). Nella foto in basso, scattata da Salvatore Costanzo la mattina dello stesso giorno, lo scenario eruttivo dopo il crollo del conetto.conetti gio giusa 2cono collassato

Prosegue sull'Etna l'attività della frattura che si è aperta il 5 luglio scorso sul fianco orientale del cratere di Nord Est, il più alto del vulcano siciliano. Dopo vari giorni di condizioni meteo difficili, che hanno impedito una chiara visuale dell'attività, la notte scorsa la situazione è notevolmente migliorata. L'assenza di nubi e la direzione del vento hanno consentito una nitida visione di quanto sta accadendo sul più grande e attivo vulcano d'Europa. Le esplosioni prodotte dalla frattura hanno creato due piccoli coni piroclastici che continuano a crescere per via dell'accumulazione progressiva del magma espulso, mentre la colata lavica si è allungata e ha percorso qualche centinaio di metri. I fenomeni si mantengono comunque ad alta quota, intorno ai tremila metri sul livello del mare e non creano problemi di alcun tipo. Per il momento è solo spettacolo. Foto di Turi Caggegi scattate la notte tra il 15 e il 16 luglio 2014.etna nuova boccaetna nuova boccaetna nuova boccaetna nuova bocca

 

Nel primo pomeriggio del 5 luglio 2014, nelle immagini della telecamera termica di Monte Cagliato, sul fianco orientale dell'Etna, è apparsa una piccola anomalia termica alla base orientale del cono del Cratere di Nord-Est, sull'alta parete occidentale della Valle del Bove; all'imbrunire nella stessa zona è stato osservato un debole bagliore. Un sopralluogo effettuato da personale INGV-Osservatorio Etneo nella notte del 5-6 luglio, ha rivelato la presenza di una piccola fessura eruttiva, lunga poche decine di metri, che mostrava una debole attività di spattering (lancio di brandelli di lava fluida) e che alimentava una colata lavica che aveva percorso circa 100 m. La frattura era ubicata fra 3010 e 3025 m di quota, nella sella morfologica fra i coni dei crateri di Nord-Est e Sud-Est.

Nei giorni consecutivi, è continuata l'attività alla nuova fessura, con due bocche in attività esplosiva intorno alle quali si stavano formando piccoli coni (hornitos), come mostra la foto a sinistra, ripresa il 7 luglio da Marco Neri (INGV-OE); la colata di lava era debolmente alimentata, avanzando poco ma formando ripetute sovrapposizioni. L'attività esplosiva mostrava una lenta tendenza ad intensificarsi, in corrispondenza con un graduale e modesto aumento dell'ampiezza del tremore vulcanico. Sono inoltre state osservate deboli e sporadiche esplosioni stromboliane e piccole emissioni di cenere al Nuovo Cratere di Sud-Est nei giorni 6-7 luglio; tale attività è successivamente cessata.

Al momento, l'attività alla nuova fessura sta continuando, con frequenti esplosioni stromboliane dalle bocche esplosive che lanciano materiale piroclastico fino ad alcune decine di metri in altezza e producono boati udibili nei vicini centri abitati. La colata di lava ha formato due rami, il più lungo dei quali è arrivato sul fondo della Valle del Leone (la parte alta nord-occidentale della Valle del Bove), a poco meno di 1.5 km di distanza dalla fessura eruttiva.

L'ampiezza del tremore vulcanico si mantiene su un livello modesto, mostrando tuttavia un generale ma molto lento aumento.

Ulteriori aggiornamenti verranno tempestivamente comunicati.

Dopo gli episodi effusivi del 17 giugno e del 22-24 giugno 2014, lo Stromboli ha prodotto ulteriori episodi con intensa attività di spattering ed emissione di colate di lava sulla parte alta della Sciara del Fuoco.

Un nuovo trabocco di lava dalla stessa bocca eruttiva già fonte della colata lavica del 22-24 giugno, N2 nella parte settentrionale della terrazza craterica, ha avuto inizio nel mattino del 29 giugno. Inizialmente la lava si è riversata verso l'interno della terrazza craterica, però alcune ore dopo, un secondo trabocco si è sviluppato sulla Sciara del Fuoco. Una vivace attività di spattering con lanci di brandelli di lava fluida alti diverse decine di metri era in corso alla bocca stessa, interrotta occasionalmente da esplosioni molto più forti. Nei giorni 30 giugno e 1 luglio, si sono ripetutamente formate delle modeste frane sulla Sciara del Fuoco, come quella nella foto a sinistra, ripresa il 30 giugno da Filippo Murè (INGV-OE). Nella serata dell'1 luglio, la colata era solo scarsamente alimentata, mentre alla bocca eruttiva (N2) continuava una vivace attività di spattering.

Nelle ore mattutine del 7 luglio, è cominciato un nuovo trabocco dalla medesima bocca, che si è riversato sull'alta parte della Sciara del Fuoco seguendo il percorso del trabocco precedente. Il trabocco ha cominciato alle ore 05:33 GMT (=ore locali -2), quando il crollo di una parte del conetto piroclastico formatosi intorno alla bocca N2 ha generato una valanga ardente, che è scesa fino alla costa, seguita dalla messa in posto del flusso lavico. L'immagine qui a sinistra, ripresa dalla telecamera visiva a quota 400 (SQV), mostra l'inizio di questa fase, con una densa nube di cenere marrone sollevata dalla valanga ardente. Nella serata del 7 luglio, l'attività effusiva era molto ridotta e si è esaurita durante la notte.

Un ulteriore trabocco lavico sulla Sciara del Fuoco ha avuto inizio nel pomeriggio del 9 luglio, sempre originando dalla bocca N2, anch'esso accompagnato da piccole frane. L'effusione lavica è diminuita notevolmente in serata, ma poco prima delle ore 02:00 GMT del 10 luglio, è nuovamente aumentata, generando un nuovo flusso lavico su quello precedente, ormai in raffreddamento. Questo nuovo flusso lavico è stato accompagnato da una intensa attività di spattering e piccole frane sulla Sciara del Fuoco. Durante la giornata, l'attività effusiva è gradualmente diminuita, e in serata la colata lavica era scarsamente alimentata.

Ulteriori aggiornamenti verranno tempestivamente comunicati.

Fonte: Ingv Catania

Ha meno di ventiquattro ore di vita ma è molto vivace la nuova bocca nata sull'Etna nella parte bassa del versante orientale del Cratere di Nord Est. La neonata frattura, formatasi la notte scorsa a circa tremila metri di quota, produce continue, piccole esplosioni e ha dato origine a una colata poco alimentata che riesce a percorrere qualche centinaio di metri nella zona sommitale del vulcano. Debolissime esplosioni, con qualche eccezione (come si può notare nella foto sotto), si stanno verificando anche all'interno del Nuovo Sud Est, il cratere protagonista della grande attività e delle oltre quaranta eruzioni che si sono verificate sull'Etna a partire dal gennaio 2011. L'osservazione della piccola bocca è parzialmente ostacolata dal vento che spinge i gas emessi dal vulcano proprio nell'area interessata dalla nuova attività. Sotto osservazione il livello del tremore vulcanico che continua a oscillare mantenendo una lieve tendenza al rialzo. Potete vedere l'andamento del tremore vulcanico in tempo reale cliccando qui.

Le foto, scattate da Turi Caggegi, documentano l'attività dell'Etna nella serata del 6 luglio 2014.etna nuova boccaDSC_5924 etna nuova bocca

L'Etna è un vulcano che spesso riserva delle sorprese: l'ultima è l'apertura, la notte scorsa, di una frattura, una nuova piccola bocca, alla base orientale del Cratere di Nord Est, a circa 3 mila metri di quota. La bocca ha prodotto deboli esplosioni e una modesta colata lavica proprio sotto la zona dei crateri sommitali. La sorpresa consiste nell'apertura della frattura in una zona distante dal Nuovo Cratere di Sud Est (Nsec), protagonista di quasi tutte le eruzioni (oltre quaranta) avvenute sull'Etna dal Gennaio 2011. Tuttavia anche il Nsec mantiene una debolissima attività, a giudicare dalle immagini termiche registrate stamattina. Immagini che dimostrano come l'attività della nuova bocca sia ancora in corso e la colata ancora alimentata. Anche il livello del tremore vulcanico mostra un andamento oscillante e in leggera risalita.etna nuova boccaTremore   iEtna